Cabras non smette di stupire, i Giganti di Mont’e Prama, le sculture di età nuragica rinvenute in località Mont’e Prama nel Sinis di Cabras nel lontano 1974, non sarebbero tuttavia gli unici tesori che il paese situato nella Sardegna centro-occidentale, celerebbe sotto terra. Non solo enormi statue di pietra, a pochi metri di profondità sotto lo stagno di Cabras ci sarebbero diversi nuraghi, qualcuno completamente intatto e di grandi dimensioni. Ad annunciare la scoperta è stato Gaetano Ranieri, docente universitario ed esperto di geofisica, in seguito ad alcune rilevazioni eseguite ben 12 anni fa. Per il geofisico, la presenza di tali nuraghi giustificherebbe il fatto che lo stagno non sia sempre stato tale, inoltre la conformazione di questi ultimi risulta essere una rappresentazione fedele di altri già esistenti nella zona. Ranieri in seguito allo studio di alcuni rilievi cartografici eseguiti sullo stagno, ha inoltre potuto appurare che l’acqua contenuta nel bacino sia diventata di natura salmastra recentemente, poichè sul finire dell’800 il centro della laguna ospitava la presenza di alcuni nuraghi. In seguito a parecchi dubbi, circa le motivazioni per il quale i nuragici avrebbero dovuto costruire queste strutture in mezzo allo stagno, grazie allo studio di tutte la carte topografiche realizzate in Sardegna, arriva finalmente il punto di svolta: “La porzione centrale dello stagno di Cabras, migliaia di anni fa, era un lago, con i suoi immissari ed emissari ma e con l’acqua dolce”. Resta da chiarire, tra i molti misteri che costituiscono Mont’e Prama, come sia possibile che sei nuraghi siano finiti sul fondo dello stagno di Cabras; il nuraghe che ha la base a undici metri di profondità, risalirebbe addirittura al 6 mila avanti Cristo, al contrario di quanto stabilito dall’archeologia che li fa risalire a 4 mila anni fa. L’ipotesi più accreditata, secondo Gateano Ranieri, è quella che “I nuraghi sarebbero sprofondati a seguito di un cataclisma o di eventi climatici particolarmente disastrosi, eventi altresì frequenti nelle aree costiere, poichè alluvioni e mareggiate potrebbero dare origine allo sprofondamento di un nuraghe sotto la spinta del suo stesso peso”.













