È finita sotto i ferri nei primi mesi del 2023 per un tumore al seno e poi, per fare i cicli di radioterapia, è dovuta andare sino a Rozzano, in provincia di Milano. Una sessantenne di Quartucciu, dipendente pubblica, non ha praticamente avuto altra scelta. A maggio riceve copia della cartella ambulatoriale della Radioterapia oncologica del Businco di Cagliari. Una comunicazione spedita anche ai medici del Policlinico di Monserrato che seguono la donna, nella quale si legge, testuale:” Considerati i tempi di attesa per eseguire la radioterapia presso il nostro centro, attualmente superiori ai tre mesi si consiglia alla paziente di rivolgersi presso altro centro di Radioterapia sul territorio regionale-nazionale per eseguire la terapia proposta”. E lei, la 60enne, si è dovuta rivolgere alla Humanitas di Rozzano: “Sono partita la prima volta il 14 giugno e rientrata due giorni dopo, il sedici, per l’esame di centratura. Poi, per i tre cicli, sono sempre partita da Elmas la domenica e rientrata il venerdì, spendendo migliaia di euro solo per i voli. Non mi sono mai voluta trattenere in provincia di Milano perchè sentivo sempre la necessità di avere la vicinanza della mia famiglia, dei miei cari”. Una necessità ben comprensibile per chi è in lotta per sconfiggere definitivamente un cancro.
“Nel nord Italia sono stati bravissimi, i cicli sono andati benissimo. Ma sono furiosa al pensiero che sono stata buttata fuori dalla mia Sardegna, costretta a fare lunghi viaggi. Ho speso cinquemila euro che spero che l’Asl mi rimborsi e, soprattutto, ora sono anche depressa per tutto quello che ho dovuto fare negli ultimi mesi, è stato molto faticoso. La radioterapia era indispensabile per me, non avrei mai potuto attendere i tempi, lunghissimi e spesso incerti, della sanità sarda”.











