“Quello che sta accadendo sull’Avviso STA.BILE. Sardegna è l’esempio di come buone misure possano essere compromesse da una cattiva gestione amministrativa”. Lo dichiara Alessandra Zedda, già assessore regionale del Lavoro e attualmente consigliera comunale di Cagliari, intervenendo sulle gravi criticità operative emerse nella fase di presentazione delle domande relative alle Linee A e B dell’Avviso STA.BILE. Sardegna, avviata il 22 dicembre 2025. “Alle imprese e ai professionisti – sottolinea Zedda – è stato imposto dal sistema informatico l’obbligo di allegare l’Allegato 7a come condizione indispensabile per l’invio della domanda, nonostante l’Avviso lo indichi chiaramente come non obbligatorio e le FAQ ufficiali dell’Assessorato al Lavoro, pubblicate il 12 dicembre, ne prevedano la presentazione in una fase successiva. Una contraddizione palese che ha generato confusione, ritardi e un aggravio ingiustificato per chi stava legittimamente partecipando al bando”.
Ancora più grave – prosegue – è l’emersione di comportamenti difformi nella gestione delle istanze: alcune domande risultano essere state inoltrate allegando un documento vuoto, soluzione mai chiarita ufficialmente e che determina un’evidente disparità di trattamento tra i partecipanti. In queste condizioni viene meno uno dei principi fondamentali dell’azione amministrativa: la parità di accesso”.
“Quando si creano situazioni di questo tipo – afferma Zedda – non basta un chiarimento tardivo. Il rischio concreto è quello di contenziosi, ricorsi e annullamenti successivi, con danni per le imprese e per la stessa amministrazione regionale”.
“Per questo – conclude – ritengo che la strada più corretta, trasparente e responsabile sia l’annullamento dell’Avviso, l’adozione di chiarimenti formali e inequivocabili su tutta la procedura e la ripubblicazione del bando con regole chiare, uguali per tutti e tecnicamente coerenti. Continuare in questo modo significa alimentare confusione e sfiducia, trasformando una misura utile in un pasticcio amministrativo che la Sardegna non può permettersi”.









