Cinquantasette posti in palio, tutti a tempo indeterminato, per fare l’Oss in una delle tante strutture dell’Asl in Sardegna. È il bando presentato dall’Ares lo scorso undici ottobre, e nella divisione degli ospedali spiccano i 5 posti a disposizione per il Brotzu. Uno stipendio sicuro, per sempre, nel settore pubblico. Sin qui nulla da dire. Ma qualcosa, anzi più di qualcosa, arriva a dirlo il sindacato degli infermieri, il Nursing Up. È di giovedì scorso la determina con la quale l’Arnas ha previsto di pagare 176mila euro a 23 infermieri che si erano rivolti al giudice per avere svolto mansioni che non gli competevano: “E sarà ancora così”, attacca Diego Murracino. “Tra Brotzu e Businco servono almeno duecento Oss, e invece il bando ne prevede solo cinque. Questa è l’ulteriore dimostrazione della volontà di continuare, da un punto di vista professionale, a demoralizzare e umiliare gli infermieri. Gli operatori socio sanitari devono occuparsi di tutta l’assistenza di base dei pazienti, non c’è una continuità assistenziale degna di un paese civile”. E non sarebbe un problema di soldi: “La Regione può infatti attivare corsi per Oss quando vuole, non ci sono limiti nemmeno per le assunzioni”. Ma se all’appello mancano centinaia di operatori socio sanitari, il problema è bello grosso.
“A meno che non si voglia risparmiare, per presentare bilanci regionali e vantarsi di avere risanato la sanità sarda sulla pelle di pazienti, infermieri e degli stessi Oss”, prosegue Murracino. “Restiamo colpiti dall’ostinazione del Brotzu di non volere inserire gli Oss in tutti i turni assistenziali, cioè mattina, sera e notte. L’azienda ci ha detto che stabilizzerà tutti i precari, ma non serve a nulla, il numero non aumenta. All’appello mancheranno sempre duecento lavoratori”.









