di Mauro Pili- deputato
“E’ un diritto sacrosanto dei Sardi difendersi da questo nuovo assalto di Abbanoa. E’ irrinunciabile un’azione di difesa verso un ente che sistematicamente punta a far pagare i suoi debiti e la sua malagestione ai cittadini con bollette fuorilegge e in contrasto con i più elementari principi del diritto. Le volgari intimidazioni dell’amministratore di Abbanoa le rispediamo al mittente perchè fanno parte di una cultura da strozzini del medioevo che respingiamo senza se e senza ma. Le minacce di sanzioni e di slacci idrici sono la rappresentazione più becera di un modo di fare che non accettiamo e che respingiamo in linea di principio e in punta di diritto. Sono l’ennesima rappresentazione di un ente che concepisce l’utente come un bancomat al quale attingere ogni qualvolta servono soldi per pagare i debiti accumulati. In tutto questo ci sono responsabilità politiche e gestionali.
REGIONE RESPONSABILE DI QUESTO FURTO
Le responsabilità politiche sono tutte della Regione che consente ad un ente strumentale come Abbanoa di agire come un rapinatore seriale indisturbato alla ricerca di stratagemmi per mettere le mani in tasca ai sardi. Tutto questo è divenuto un metodo che ha precise responsabilità politiche nel governo della regione. E’ evidente che il via libera politico per questa operazione è tutto del presidente della Regione e della sua giunta che si sono guardati bene da impedire questo nuovo e reiterato assalto alle famiglie sarde. Una giunta di buon senso non avrebbe mai dato l’assenso ad un’operazione talmente spregiudicata se non avesse condiviso tale azione. Se vi è stato un maggior costo gestionale, non pianificato, non accertato, non verificato questo va riconosciuto come debito fuori bilancio. Non possono i cittadini farsi carico di oltre 100 milioni di debiti fuori bilancio per responsabilità di chi ha governato l’ente. Per questa ragione la nostra opposizione sarà dura e senza sconti. Perseguiremo tutte le azioni politiche e giudiziarie con il buon senso e il senso di responsabilità, quello che non hanno avuto né il Presidente della Regione, tantomeno i vertici di Abbanoa”.
Lo ha detto stamane nel corso di una conferenza stampa il deputato di Unidos Mauro Pili illustrando le azioni istituzionali e giudiziarie che saranno messe in campo per bloccare questi conguagli già pesantemente sanzionati dai giudici. Si preannunciano migliaia di ricorsi ai giudici di pace competenti per importo e mozioni nei comuni sardi per bloccare Regione e Abbanoa.
LE RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVE E LE RAGIONI DEL DIRITTO “E’ illegittimo l’inserimento nelle bollette, da parte del soggetto gestore del servizio idrico, della voce “partite pregresse”, in quanto le medesime si caratterizzano per l’assenza di qualsiasi indicazione idonea all’esplicitazione della voce “partite pregresse” nelle stesse indicata solo con la laconica indicazione “Conguaglio anni 2005-2010”. Ciò comporta non solo la violazione dei principi di trasparenza e buona fede sottesi al rapporto negoziale in questione, ma anche quello della irretroattività. Basterebbe questo assunto del Giudice di Pace di Enna del 4 aprile del 2016 per far comprendere quanto siano del tutto illegittimi i tentativi di Abbanoa di utilizzare il metodo conguagli 2005 -2011 – partite pregresse – per coprire i debiti accumulati. Tutto questo è immorale ancor prima che illegittimo. Si tratta di pagamenti privi di qualsiasi motivazione e soprattutto mai pattuiti tra erogatore e consumatore di un bene pubblico come l’acqua: noi – ha detto Pili – andremo avanti senza se e senza ma. Ci contrapporremo in ogni modo a questo modo di operare da saccheggiatori medioevali. Tutelarsi è un diritto sacrosanto e tentare di dissuadere anche la legittima difesa è roba da trogloditi del buon senso!”.
LE SENTENZE DEL GIUDICE DI PACE: CONGUAGLI 2004 -2011 ILLECITI
“La sentenza del Giudice di Pace del Tribunale di Enna n. 40 del 04/04/2016 ha acclarato, caso analogo a quello di Abbanoa, l’illiceità dell’inserimento unilaterale di tali conguagli in fattura per violazione sia dei principi di trasparenza e buona fede sottesi al contratto d’utenza che del medesimo dettato di cui alle delibere dell’Autorità per l’Energia e l’Ambiente per l’assenza di qualsiasi indicazione idonea all’esplicitazione di questa voce di costo indicata solo con la laconica indicazione “Conguaglio anni 2005-2011”. In sostanza, rimanendo criptate le ragioni per le quali l’Ente gestore richiede queste somme perché non adeguatamente illustrate alla parte che ha sottoscritto il contratto d’utenza, è difficile sia accettarle che contestarle. In tale contesto non si può certo non rilevare la posizione di subalternità dell’utente rispetto a quella monopolista dell’ente gestore del servizio “patologica dipendenza del consumatore dall’ente gestore monopolista”, atteso che l’utente potrebbe sempre decidere di risolvere il contratto d’utenza per sopravvenuta onerosità, ricorrendo a formule alternative, ancorchè “antiche”, di approvvigionamento dell’acqua”.
NO A PARTITE PREGRESSE UNILATERALMENTE RIPARTITE AGLI UTENTI: PRETESA INFONDATA
“Secondo i giudici che si sono pronunciati negli ultimi due mesi – prosegue Pili – le vessate “partite pregresse” sanzionate dal Giudice altro non sono che costi d’investimento sostenuti dalla società convenuta negli anni pregressi ed unilateralmente (rectius, arbitrariamente) ripartiti all’utenza, e dunque la relativa pretesa economica non può che ritenersi infondata”. “ Abbiamo avviato la raccolta delle preadesioni per impugnare davanti ai Giudice di Pace di tutta la Sardegna le bollette. I legali stanno definendo lo schema di ricorso che divulgheremo a chi avrà fatto la preadesione e a coloro che lo faranno nelle pagine dei social dedicate dove si sono registrate già oltre 10.000 cittadini. Prima della scadenza dei termini della prima fraudolenta rata – ha detto Pili – avremo già avviato le azioni legali. Non accetteremo mai che la gestione allegra di Abbanoa possa essere scaricata sui Sardi. Se questa dannosa giunta regionale continuerà ad essere artefice di queste vergognose politiche di rapina sappia che andremo a fondo anche su tutta la gestione dell’acqua in Sardegna, compresa la sotterranea privatizzazione che se ne sta facendo, a partire dalla sbarco delle società spagnole che operano a piene mani sull’ente. Dunque non solo respingiamo le intimidazioni di Abbanoa e compagni ma siamo decisi a respingere, come è giusto che sia, il nuovo assalto di questi signorotti che hanno scambiato i Sardi per il loro bancomat”.











