“Scioperare significa creare disservizi per essere ascoltati. Si sciopera per i propri diritti, per la propria dignità, per il proprio lavoro. C’è un limite però, ovvero quello dove lo sciopero manda in tilt l’economia di una regione, manda in crisi le aziende che come voi cercano di portare il pane a casa. Vi auguro di raggiungere i vostri obiettivi, noi tutti ci auguriamo di portare il pane a casa anche dopo il vostro sciopero. I costi dell’energia elettrica ci stanno schiacciando, stiamo uscendo dalla crisi causata dalla pandemia, state mettendo in crisi tante imprese, tantissime famiglie. Liberate i porti! Fateci lavorare! Fateci sopravvivere!”. È questo l’sos lanciato da Simone Usai, calzolaio di Cagliari. Con il blocco dei porti e tanti autotrasportatori fermi da ormai cinque giorni per protestare contro il caro benzina, nelle calzolerie scarseggiano i “ferri del mestiere”. Quali? “Il lucido nero, ma anche i fondi per le scarpe e le lastre di gomma. I clienti si stanno portando via le scarpe non riparate, e ovviamente non ci pagano”, spiega Usai. Una situazione spinosissima: “Siamo già stremati per il caro bollette, quella della luce è triplicata”.
“Inoltre, molti di noi hanno clienti anche dal resto d’Italia, con le spedizioni bloccate siamo fermi, non possiamo fare niente”.










