“Con un blitz senza precedenti sul piano internazionale l’Algeria si prende il mare sardo”. A denunciare il fatto è l’ex presidente della Regione Mauro Pili, che ha reso pubblica una cartina dove è segnata la “porzione” di mare che, stando alle sue accuse, sarebbe passata di mano: “Dopo il tentativo della Francia sventato qualche anno fa nel nord dell’isola adesso il blitz scatta a sud ed è scritto in arabo. Ad attaccare i confini internazionali a mare questa volta è l’Algeria che, con decreto del presidente della Repubblica del 21 marzo del 2018, ha messo nero su bianco i nuovi confini della propria zona economica esclusiva marittima. Operazione emersa solo qualche settimana fa nell’ambito internazionale ma tenuta segreta di fatto in Italia”, afferma Pili. “Un’operazione spregiudicata messa in atto con le stesse procedure adottate dalla Francia con la differenza che questa volta non c’è stata nessuna intesa ma la via autonoma e unilaterale, consentita dalla norme internazionali. Il principio è sempre lo stesso: se le acque internazionali non le usa nessuno sul piano economico e le usiamo noi. Il decreto presidenziale algerino è un insieme di articoli ma soprattutto di 63 coordinate satellitari che disegnano i nuovi confini a mare”.
Per il politico sardo “la Sardegna, dunque, è sotto attacco e la zona economica esclusiva decisa ad Algeri finisce dritta dritta sul marittimo italiano. L’Algeria con il decreto fa sue tutte le acque a ridosso delle 12 miglia passando da Sant’Antioco, Carloforte, Portovesme, Oristano, Bosa e Alghero. Un corridoio che fiancheggia le acque territoriali sarde e sottrae a ridosso delle nostre coste l’uso comune delle acque internazionali su quel fronte di mare. Un’operazione sulla quale regna il silenzio più assoluto nonostante il dossier sullo scippo sia riservatamente, e certamente tardivamente, arrivato sul tavolo dell’Onu. L’atto algerino è stato un atto unilaterale che, seppur consentito dalle normative internazionale, ha trovato lo stato italiano dormiente e incapace di proporre una propria rivendicazione. Le mire espansionistiche messe in atto con il decreto del Presidente della Repubblica algerina non riguardano ovviamente solo la pesca e l’acquacoltura o la generica valorizzazione e protezione del mare ma si spinge direttamente sul tema delle risorse energetiche. Gli algerini hanno deciso, infatti, di estendere da 40 a 180 miglia la propria zona economica esclusiva con un confine valido anche per il fondale. A largo di Sant’ Antioco, Carloforte, Portovesme, Oristano, Bosa e Alghero non solo avranno l’esclusiva per la pesca ma anche quella per la ricerca e lo sfruttamento di risorse energetiche. L’Italia, come al solito, dorme e soltanto qualche settimana fa ha presentato una protesta formale alle Nazioni Unite. Nonostante il tentativo dell’Italia di porre rimedio a questa gravissima falla nel sistema della tutela dei confini a mare e delle acque internazionali dall’Onu non è arrivata sino ad oggi nessuna risposta. Sorprende come tutte le forze politiche e gli stessi governi, sia quello italiano che quello sardo, non siano stati in grado di respingere questo ennesimo blitz ai danni della Sardegna e dei sardi. Svendono la Sardegna e anche il suo mare”.