Piero Comandini ha le idee chiare: “No alla chiusura dell’aeroporto militare di Decimomannu”. La temuta serrata annunciata da diversi anni sta diventando realtà. “Non possiamo cancellare le aspettative di queste famiglie e di tutti coloro che contano sulla presenza e collaborazione dei militari, la dismissione della struttura militare vedrebbe le attività dirottate presso regioni più ospitali con una ricaduta economica senza pari e con gravi conseguenze occupazionali lasciando alla Sardegna solo la crisi che segna già pesantemente l’intero territorio”, afferma Piero Comandini che assieme ai colleghi di partito ha mandato un’interrogazione al Presidente dell’Esecutivo locale, a febbraio scorso in cui si chiede di operare per il mantenimento dei posti di lavoro e della storica struttura dell’aeroporto militare di Decimomannu. La struttura costruita nel 1954 sui comuni di Decimomannu, Decimoputzu, San Sperate e Villasor, influisce sul sistema economico di questi paesi. È stata concepita come base marittima per l’Alleanza Atlantica sull’area del vecchio campo di volo militare utilizzato durante la Seconda guerra mondiale.
I numeri della base?
Nell’aeroporto lavorano circa 1200 professionisti tra militari e civili e 800 lavoratori dell’indotto. Gli stipendi totali ammontano a circa 46 milioni di euro. 15 milioni di euro sono destinati ai contratti centralizzati. “Dietro queste cifre, ci sono il passato, il presente ed il futuro di intere famiglie che hanno incentrato la propria vita in questi territori contribuendo alla costruzione di un tessuto socio-culturale perfettamente integrato nel contesto geografico, afferma l’onorevole. Inoltre, la presenza della base vede i militari impegnati in azioni di salvaguarda del territorio, soprattutto in momenti di calamità naturale come le alluvioni, impegnati nel servizio antincendio e salvataggio in mare, attività questa garantita anche nelle ore notturne, importantissimo il ruolo che svolgono con i voli ospedalieri, i cosi detti voli della speranza, per quei pazienti che necessitano di particolari cure mediche in strutture ospedaliere che si trovano fuori Sardegna, e ultimo ma non per questo di minor importanza il servizio meteorologico.
Inoltre, il susseguirsi di episodi di terrorismo internazionale, le recenti crisi in Asia, la situazione in Medio Oriente e anche in Europa e la difficile crisi in più aree hanno evidenziato l’esigenza di disporre in tempi brevi di strumenti efficaci per il controllo e la sicurezza dell’intera area del Mediterraneo”, conclude











