Nella giungla, vera e propria, delle assicurazioni auto, il rischio non è quello di perdersi ma di perderci, anche la salute, alla ricerca della tariffa più conveniente. Gennaio, tempo di rinnovo dell’assicurazione annuale, e il premio schizza alle stelle. Ci si può affidare ai siti internet che comparano le varie offerte: c’è chi garantisce Rca e copertura in caso di incendio, chi invece punta tutto sul rischio di un incendio con, in parallelo, l’infortunio del guidatore o di uno dei passeggeri. Certo, si fanno tutti gli scongiuri del caso, ma il tagliandino giallo da apporre sul cruscotto è ovviamente indispensabile, in caso di schianti o danni. Ci sono anche proposte da 113 euro, ma per arrivarci bisogna inserire una caterva di dati e sperare, poi, che non ci siano asterischi che portano a ingrossare la cifra finale. Ma la beffa principale sta avvenendo per chi ha già una compagnia assicurativa di fiducia, anche solo da un anno. E che, inoltre, non ha fatto nessun incidente, sia negli ultimi 12 che negli ultimi 120 mesi. Perfetti alla guida, ma il salasso è comunque servito, in modo abbastanza inspiegabile.
Tra chi ha sperimentato sulla propria pelle l’aumento mostruoso c’è una settantenne cagliaritana. È il figlio, Marcel Denrath, a raccontare nel dettaglio cosa è capitato: “Il pagamento del premio è passato da 323 a 462,60 euro, senza nessun beneficio, con gli stessi servizi offerti nel 2023 appena terminato”, racconta. “Rca, soccorso stradale, tutela legale, infortunio conducente. E siamo passati dalla quarta alla terza classe, con zero incidenti. Mi domando, ma ci tengono a fidelizzare i clienti oppure no? Mia madre ha una pensione minima, pagare quanto ci è stato richiesto è impensabile. Ed è successa la stessa cosa anche l’anno scorso. Un’altra compagnia di assicurazione e tariffa più alta di duecento euro. Purtroppo c’è crisi, ogni euro che resta in tasca può essere utile e non è possibile subire aumenti di quasi il cinquanta per cento per assicurare la propria automobile”.









