Il colore arancione è già indigesto, ma quello più “acceso” richiamato da Antonello Ghiani, ristoratore cagliaritano, è il rosso: “Zona arancione assurda, chi paga con il sangue siamo ancora noi ristoratori”. Senza la zona gialla ma con altri nove giorni tondi di restrizioni legate alla zona arancione, infatti, Ghiani non apre il suo locale: asporto o domicilio non sono metodi convenienti, un refrain già detto più volte e, stavolta, aggravato da quell’indice Rt più basso di tutta l’Italia e i contagi in netto calo che, però, non hanno portato il ministro della Salute Roberto Speranza a far cadere i divieti arancioni con una settimana di anticipo: “Assurdo, chi ci governa non sa quanto stiamo perdendo, la situazione è insostenibile. Gli aiuti che il Governo promette non arrivano ma le tasse dobbiamo continuare a pagarle”, dice, arrabbiato, Ghiani.
“La nostra dignità è stata calpestata più volte, chiediamo solo di lavorare. I market possono aprire e ci sono assembramenti, con controlli inesistenti. Chi paga con il sangue siamo ancora noi, basta: non ne possiamo più di questa situazione, ci sta portando alla rovina”.









