Spegne dieci candeline, proprio in questi giorni, la onlus “Voci dell’anima”, creata da Elisabetta Manca Di Nissa, prof cagliaritana in pensione, insieme a Anna Rita Careddu, vice presidentessa. Entrambe hanno, alle spalle, storie di anoressia che hanno colpito dei propri cari, e hanno fatto loro il motto “l’unione fa la forza”. Si riuniscono ogni settimana nel padiglione E della Cittadella della salute di Cagliari, i gruppi sono due: uno degli adulti – soprattutto genitori che hanno figli e figlie anoressici – e uno dei giovani, ragazzi e ragazze finiti nel tunnel dell’anoressia: “Ho fondato l’associazione perché mia figlia, nel 2005, ha avuto una forma grave di anoressia. Non c’è però solo questa malattia, ma anche la bulimia e l’alimentazione incontrollata. Le più colpite rimangono le donne, forse perché hanno un carico esistenziale più pesante”, afferma la Manca Di Nissa, “abbiamo in totale cinquanta iscritti, non solo donne. Anche molti padri, ultimamente, vogliono essere coinvolti e dare il loro supporto ai figli malati”. I due gruppi formati sono entrambi di auto-mutuo aiuto. “Stiamo battagliando da dieci ani perché venga realizzato un luogo di cura adatto, solo ora sta nascendo un primo ambulatorio pubblico ma è ancora in via di formazione”.
Anna Rita Careddu, 54 anni, spiega di “essere arrivata da un percorso simile a quello di Elisabetta, ci siamo conosciute e abbiamo deciso di unire le forze. Tra le cause principali dell’anoressia ci sono motivi familiari, anche abusi, depressione improvvisa e il sentirsi a disagio con il proprio corpo”. E, purtroppo, battute e scherni regnano anche sui social: “Già, delle prese in giro e spesso degli insulti per l’aspetto fisico di una ragazza o di un ragazzo. È colpa anche dei mass media e dei siti che spingono le ragazze a non mangiare perché sennò sarebbero sempre troppo grasse”, afferma la Careddu, “nel 2019 abbiamo casi di anoressia anche su bimbe di otto anni. La fascia d’età più critica resta quella tra i quindici e i venticinque anni e, poi, sopra i quarantacinque”.










