Sono ore drammatiche e disperate a Valencia e non solo. Il bilancio, in queste prime ore dalla tragedia, è già drammatico: si contano almeno 200 vittime e un numero non ancora conosciuto di dispersi. Le immagini di devastazione che hanno coinvolto diverse zone del Paese lasciano senza fiato: auto una sopra l’altro, fango, disagi estremi di ogni tipo, a cominciare dall’assenza di acqua pulita. Un dramma che non si vedeva nel Paese da almeno 100 anni e che ha portato il governo spagnolo a decretare 3 giorni di lutto nazionale. Come sempre in questi casi (e l’Italia lo sa bene) a far discutere è chiaramente la gestione dell’emergenza. In diversi hanno già denunciato i ritardi degli interventi da parte del presidente della regione di Valencia, il popolare Carlos Mazón. C’è la convinzione che, intervenendo prima, forse i danni (ma soprattutto le vittime) sarebbero stati minori. Stando a quanto riportato dagli stessi cittadini spagnoli, sarebbero trascorse 11 ore prima di ricevere il messaggio d’allerta a non muoversi. Intanto, Il premier spagnolo Pedro Sanchez ha chiesto oggi alle persone che vivono nelle province di Valencia e Castellón “di rimanere a casa perché la Dana continua” e di “rispondere a tutte le chiamate dei servizi di emergenza”. Alcune zone sono totalmente isolate d sommerse dal fango, alcune persone non hanno nemmeno la corrente elettrica e intere famiglie sono costrette a vivere con i corpi dei loro cari in casa. Per aiutare in questi momento di estrema difficoltà, sono stati coinvolti anche i soldati. Un dramma senza fine che ha devastato un intero Paese colpito al cuore.













