Sestu, l’arrivo di 92 detenuti 41 Bis a Uta preoccupa anche il centro dell’hinterland cagliaritano: “Rischio di infiltrazione mafiosa e camorristica”. Il caso finisce sui banchi del Consiglio Comunale.
Una mozione, infatti, presentata dalla minoranza, espone dubbi e perplessità riguardo questa scelta che, sin da subito, ha mosso non poche preoccupazioni.
La detenzione speciale è introdotta per i membri della criminalità organizzata e per i terroristi: condizioni di reclusione estremamente rigorose che prevedono isolamento, limitazioni ma le perplessità rimangono: “La Sardegna non può diventare una colonia di detenzione” esprima Michela Mura, PD.
“Lo scorso luglio è stata annunciata l’apertura della sezione del 41 bis presso la Casa Circondariale di Cagliari-Uta, con l’arrivo dei 92 nuovi detenuti che porterà la Sardegna a ospitare complessivamente circa 180 detenuti sottoposti a tale regime, risultando la Regione con il più alto numero in assoluto.
È importante che si prenda coscienza di ciò che sta succedendo e delle conseguenze che questo provvedimento potrebbe avere nel tessuto sociale ed economico nel nostro comune, che dista solamente 22 km dal carcere di Uta”. Il problema, insomma, riguarda anche Sestu poiché “l’esperienza insegna che il trasferimento di soggetti appartenenti alle organizzazioni criminali in nuovi territori espone questi ultimi a un altissimo rischio di infiltrazione mafiosa e camorristica.
Infatti con i detenuti si trasferiscono normalmente le famiglie e parte dell’organizzazione criminale infiltrandosi nella malavita locale e trasformandola.
A ciò si aggiunga che tali organizzazioni movimentano ingenti masse di denaro contante di provenienza illecita che espone al rischio concreto di grossi investimenti immobiliari e in attività commerciali utilizzati come operazioni di riciclaggio”.
Ecco perché è stata presentata una mozione che verrà discussa stasera in Consiglio comunale, “perché riteniamo fondamentale che l’amministrazione comunale partecipi alla movimentazione in atto per tenere alta la richiesta al Ministero di Giustizia di ridimensionare il numero dei detenuti 41 bis previsti per la Sardegna, in considerazione di quelli già ospitati e tenendo conto del rapporto con il numero di abitanti.
Ma è anche l’occasione per farci parte attiva presso la Prefettura e gli organi regionali e richiedere formalmente il potenziamento dell’apparato investigativo e di contrasto alla criminalità organizzata, nonché l’incremento degli organici del Ministero di Giustizia, di tutte le Forze di Polizia operanti nel territorio”.
Non solo: “Chiediamo inoltre ai parlamentari sardi che si attivino in maniera trasversale per modificare le attuali norme che obbligano al trasferimento di questa tipologia di detenuti nelle isole. La Sardegna non può diventare una colonia di detenzione”.












