Tutto esaurito al Teatro Massimo di Cagliari per Alessandro D’Avenia che porta in scena L’arte di essere fragili – come Leopardi può salvarti la vita. L’appuntamento, organizzato in collaborazione con Mondadori, Sardegna Teatro e Mismaonda, è per sabato 24 giugno alle 21 e rientra nella quinta edizione di Éntula il festival letterario diffuso organizzato dall’associazione Lìberos. Non si tratta di un monologo teatrale, di una parte recitata, ma di una parola che di volta in volta si nutre dei luoghi e degli incontri con le persone, diventando un racconto sempre nuovo, quante sono le serate. Il teatro è parola in azione. Per questo D’Avenia ha deciso di portare gratuitamente in giro per l’Italia la bellissima storia di Leopardi e delle età della vita, che Leopardi seppe definire meglio di chiunque altro perché fu costretto a viverle più in fretta, più in profondità. Venerdì 23 giugno dalle 15 lo scrittore incontrerà i lettori per il firmacopie alla Libreria Ubik di via Alghero, a Cagliari.
L’arte di essere fragili – come Leopardi può salvarti la vita. Il teatro diventa una notte di stelle, magari quella di san Lorenzo, quella in cui ci permettiamo il lusso di essere all’altezza dei nostri desideri e li leghiamo al movimento degli astri, come fece Leopardi dall’inizio della sua vita. Minuto dopo minuto il pubblico è inserito in un vero e proprio esercizio di meraviglia, quello di chi scopre la poesia incastrata nella vita quotidiana, il sublime nell’ordinario, e risponde all’appello della bellezza cercando di replicarla. Solo la bellezza provoca quei rapimenti che costrinsero Leopardi a diventare poeta. A 21 anni aveva già scritto l’Infinito. E noi? Noi con le nostre fragilità, debolezze, fallimenti, non sembriamo titolati a far nulla di buono? Non è vero. Leopardi diventò il più grande poeta moderno proprio perché seppe trasformare la sua fragilità in canto, attraversandone le stagioni dell’incanto e del disincanto. Avrebbe avuto tutti gli alibi possibili, ma non si scusò mai di non essere all’altezza, perché decise di “fare qualcosa di bello al mondo, conosciuto che sia o no da altrui” come dice nello Zibaldone. Con la regia di Gabriele Vacis e le scenofonie di Gabriele Tarasco, D’Avenia prova a trasformare un teatro in una classe senza muri, a cielo aperto, perché chiunque partecipi, a qualsiasi età, accompagnato da parola, musica, immagini e lettura dei capolavori leopardiani, possa sperimentare che la notte dei desideri è ogni notte e che la letteratura salva la vita, solo quando siamo disposti ad ascoltarla davvero. In un’epoca in cui sembra che siano titolati a vivere solo i perfetti, questo messaggio è più che mai necessario.
Alessandro D’Avenia, trentanove anni, dottore di ricerca in Lettere classiche, insegna Lettere al liceo ed è sceneggiatore. Dal suo romanzo d’esordio, Bianca come il latte, rossa come il sangue (Mondadori 2010) è stato tratto nel 2013 l’omonimo film. Sempre per Mondadori ha pubblicato Cose che nessuno sa e Ciò che inferno non è (2014, premio speciale del Presidente nell’ambito del premio Mondello 2015). Le sue opere sono tradotte in tutto il mondo.












