“Con un emendamento collegato alla legge finanziaria, la giunta Solinas vorrebbe scavalcare il Piano Paesaggistico Regionale per garantire alle strutture di lusso un aumento di volumetria del 25% per i nuovi alberghi nella fascia oltre i 300 metri dalla costa, e del 15% per quelli già esistenti nella fascia dei 300 metri. Come si può affidare il futuro del paesaggio, dell’ambiente e della gestione del territorio della Sardegna a un emendamento collegato alla legge finanziaria? L’urbanistica dovrebbe essere pensata in modo partecipato e inclusivo, non affidandola a colpi di coda dell’ultimo minuto”. Alessandra Todde, deputata nuorese dei 5 Stelle e vice di Conte, asfalta il governatore Solinas in quella che è ormai la sua corsa in solitaria verso la candidatura alla presidenza della Sardegna alle elezioni regionali di febbraio 2024. In discussione, in questo caso, sono le sorti dei litorali sardi e delle costruzioni a ridosso. Non a caso, un tema caro a Renato Soru, che introdusse il divieto di costruzione a meno di 300 metri dalla battigia: proprio Soru è il principale sostenitore della candidatura di Todde, anche a costo di spaccare il silente centrosinistra, che dopo il primo maxi incontro di luglio, non ha più battuto un colpo, favorendo e agevolando la fuga in avanti di Todde.
“Questo approccio, e l’inevitabile colata di cemento che ne conseguirebbe, oltre ai pregressi tentativi di arrembaggio perpetrati dall’attuale giunta e solennemente bocciati dalla Corte Costituzionale, denotano una totale mancanza di visione, di strategia, di pensiero, di capacità di governo del territorio, di amore per la nostra terra.
È necessario e urgente – sottolinea Todde – condividere un piano strategico regionale” e un “corretto modello di sviluppo deve necessariamente abilitare e accelerare nuove attività legate a promuovere la ricerca, ad incentivare la produzione, a tutelare l’ambiente, la salute e il benessere, a sviluppare differenti opportunità di utilizzo e di cura del territorio, del paesaggio e delle città, senza bruciare le nostre riserve, anche di suolo, che rappresentano il nostro vero patrimonio”.











