Agenti picchiati a bastonate dopo le minacce con l’olio bollente a Uta: “Trasferite l’algerino violento”

Poliziotti feriti dal detenuto, l’ennesimo caso di violenza nel carcere fa imbufalire i sindacati: “Anche il 2023 sarà un anno critico”


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Prima sono stati minacciati con dell’olio bollente, poi sono stati presi a bastonate mentre stavano cercando di bloccare l’aggressore. L’ennesimo caso di violenza contro i poliziotti nel carcere di Uta, avvenuto ieri, fa imbufalire i sindacati. Dopo il Sappe si leva alta anche la voce della Uil che, con il suo segretario Michele Cireddu, tira in ballo il provveditore: “Ieri un detenuto  si è auto lesionato in diverse parti del corpo per poi aggredire gli aqenti della sezione con olio bollente miscelato con peperoncino e pezzi di lametta. Con non poca difficoltà i poliziotti intervenuti sono comunque riusciti ad immobilizzare l’aggressore, riportando delle contusioni ed altri danni fisici. Sono stati minuti concitati che hanno messo a nudo ancora una volta la necessità di integrare il personale nelle sezioni detentive dove gli agenti, contrariamente ad alcuni posti fissi dell’istituto, sono costretti a lavorare nettamente al di sotto dei livelli minimi di sicurezza previsti”, attacca Cireddu. Dopo l’aggressione avvenuta nell’istituto di Oristano ad opera di un detenuto appartenente al circuito dell’alta sicurezza, si registra quindi una nuova aggressione, stavolta a Uta.

 

 

 

“Non bisogna essere ‘Cassandra’ per ipotizzare che il nuovo anno, cosi come il precedente, sarà all’insegna degli eventi critici. Chiediamo pertanto un suo intervento per trasferire l’aggressore in un altro istituto”, chiede Cireddu, “mettendo in pratica l’unico intervento sinora emanato dal dipartimento. Sembra davvero incredibile ricordare che questo unico intervento emanato è frutto di anni di studio e di confronti con un gruppo di lavoro che nemmeno l’uscente capo del dipartimento è riuscito a migliorare. Si chiede inoltre di voler verificare e confrontare i numeri degli agenti assegnati nei vari posti fissi e nei reparti detentivi”.


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