Affitti alle stelle ad Assemini: mille euro al mese per un appartamento di 80 metri quadri

Mille euro al mese per un appartamento di 80 metri quadri e non è un caso isolato. La rivolta e la disperazione di chi cerca un alloggio.

Una situazione che, più si va avanti, sembra peggiorare maggiormente. La problematica non riguarda certamente solo la città dell’hinterland cagliaritano bensì è estesa pressoché ovunque. Poche le residenze concesse per una platea di richiedenti che supera in maniera spropositata l’offerta. Non sono rari i casi in cui i prezzi sono eccessivamente elevati e non rispecchiano il valore dell’immobile. Non solo: bambini e animali sono molte volte non ammessi e, tale pretesa, genera ancor più malumori e indignazione. Famiglie, giovani coppie, lavoratori e tanti studenti ogni giorno si affannano alla ricerca di quattro mura e un tetto. Tante le opinioni che si susseguono e che generano, fondamentalmente, la diagnosi di tale situazione da attribuire a inquilini morosi e incivili che, difficilmente, si possono sfrattare e non sempre saldano costi e danni causati e a una speculazione spropositata sul mercato degli affitti che mai conosce crisi. Come risolvere questa situazione? “Il diritto alla casa deve essere una priorità della Regione Sardegna attraverso finanziamenti con l’obiettivo di offrire risposte a una fascia di popolazione che è in difficoltà nel trovare una soluzione abitativa nel libero mercato.
Si tratta – propone Tiziana Mori, in precedenza anche assessore alle Politiche sociali di Monserrato e oggi impegnata in progetti europei – delle così dette Politiche abitative che hanno subito una battuta d’arresto durante la pandemia Covid-19 in tutta Italia ma che ora sono decisive perché tante famiglie ancora stentano a trovare lavoro e, con il taglio del finanziamento per morosità incolpevole non sanno più come fare.
Penso ad esempio alla manutenzione e riqualificazione del patrimonio Erp e all’individuazione di nuove unità immobiliari.
Invece, per il caro affitti nello specifico l’emergenza abitativa non solo a Milano, come è stato evidenziato dalla protesta messa in atto da alcuni giovani, ma è presente in tutte le città italiane e non solo quelle che che gravitano attorno a poli universitari riguarda il caro affitto e necessita di un’azione più strutturata, che parte dalle politiche abitative e poi chieda a tutti gli operatori di fare la propria parte.
Un’idea potrebbe essere di portare avanti progetti di co-housing sociale tra anziani soli autosufficienti e giovani universitari, grazie anche al coinvolgimento del Terzo Settore”. 


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