Birre e alcolici in generale vietati nelle piazze e sulle panchine, addio ai riti di molti giovani ma, anche, al “must” di numerosi adulti che, soprattutto d’estate, non disdegnano di sorseggiare una “zerosessantasei” insieme agli amici in piazza Yenne, piazza Garibaldi, al Poetto o vicino ai camion bar dei caddozzoni. Il nuovo diktat del Comune guidato dal sindaco Paolo Truzzu deve ancora essere approvato dall’Aula ma ha già il potere di scontentare gli stessi commercianti. Che sono prudenti nella vendita di alcolici e giurano di verificare l’età di possibili clienti minorenni, ma allo stesso tempo tremano all’idea di perdere una fetta importante, adulta, di clienti. Rosy Dessì è la caddozzona davanti ai campi dell’Ossigeno. Ha un gazebo con tavoli e sedie per i clienti, “ma tanti acquistano panino e birra e se ne vanno, o sulle panchine poco distanti o nella vicina piazza San Cosimo. Non tutti vogliono restare dentro la mia struttura, con questa nuova regola avrò un calo degli affari”, lamenta la ristoratrice. “Purtroppo, per evitare multe dovrò rispettare questa imposizione, ma a malincuore”.
Ancora più caustica Mosè Corso, titolare di una storica pizzetteria nella centralissima piazza Garibaldi: “Così si vuole creare un limite alla libertà, non so se questo è possibile. Cosa dovrei vendere, acqua? Certo, ci sono dei giovani che si muovono la notte ma se un padre di famiglia vuole bersi una birra e mangiare una pizzetta debba essere limitato per colpa degli scalmanati”, osserva. E, per evitare sanzioni, il rischio di ritrovarsi a fine serata con il frigo ancora semi pieno è una realtà tutt’altro che remota: “Non acquisteranno per paura di multe e si sposteranno altrove. Secondo me questa normativa va rivista, la mia proposta è di fare girare di più le autorità in città, per controllare i delinquenti. Io i controlli li faccio ogni giorno, così si mettono a rischio proprio gli esercenti, e in piazza Garibaldi non ci sono masse di ragazzi che bevono”. Ma il divieto, a prescindere, vale per tutti: “Le autorità sono effettivamente autorizzate? Possono verificare la condotta dei singoli esercizi, il malessere e il disagio giovanile vogliono svagarsi, soprattutto dopo gli ultimi tre anni” con restrizioni e lockdwon per l’emergenza Covid. “Ripeto, così viene bloccato un certo tipo di libertà. Chi vuole bere magari utilizzerà il delivery, restando a casa, e non uscirà”.










