Fra radici, passioni e futuro il dado è tratto.
Il cuore di tanti rimane lì fra Via Emilia, i quartieri popolari e Is Mirrionis. Da tempo era dato per imminente il trasferimento della sede del PD altrove ma nessuno, almeno a rileggere le dichiarazioni, immaginava che il tutto sarebbe avvenuto,come nelle migliori aziende, a contratti stipulati.
Le teorie sono due: la prima è che la sede sia stata trasferita perché presidiata solo dalla minoranza, mentre la seconda conferma che in realtà deve essere ancora tracciata una linea di demarcazione fra le storie ereditate dal PCI e il futuro del PD.
Le vere motivazioni forse non le sapremo mai, ma c’è il rischio che possano emergere tutte le dietrologie del caso sul destino dell’immobile intestato alla Fondazione Enrico Berlinguer, proprietaria di tanti immobili in tutta la Sardegna.
Sarebbe interessante sapere qual’è il punto di vista degli eredi e dei militanti che quelle storiche quattro mura contribuirono a costruirle.
Tutti potremmo fare dietrologia o argomentare in modo diverso sui motivi che hanno portato a questa scelta. La realtà è che a Cagliari, il trasferimento della storica sede di “Via Emilia” segue la chiusura, forse più drammatica, delle sezioni (Circoli) di via Leopardi, intitolata ad Enrico Berlinguer e della sezione del centro storico intitolata ad Emilio Lussu.
Tra i militanti il dibattito è aperto,tra ricordi e una grande delusione per la decisione della segreteria, e si fanno varie ipotesi sul futuro della storica sede.
Marco: “Mi auguro che la Fondazione Berlinguer possa dare in locazione, a costi contenuti, le singole stanze ad associazioni culturali e sociali”.
Isabella: “In via Emilia ho mille ricordi, ci sono cresciuta. Quel posto mi ricorda le mie prime riunioni nella federazione giovanile e le esperienze nella segreteria DS. Le liti, le delusioni e i festeggiamenti. E’ un po’ lo stesso sentimento che si prova quando vai nella casa in cui hai vissuto quando eri bambino o nella casa dei nonni”.
Virgilio: “Quella sede è occupata militarmente da una parte del Partito, mentre ciò che conta sono le idee e i programmi da portare avanti non i feticci legati ai luoghi. Credo che la scelta sia dovuta a questioni finanziarie”.
Poi le dichiarazioni ufficiali: sui social network e sui giornali on line. “Il dado è tratto”.
L’avvio della segreteria di Renato Soru ripropone la tesi dell’uomo solo al comando che contrasta con la posizione che in realtà vede il nuovo segretario cittadino Montaldo fuori dai giochi e dalle decisioni importanti.
In realtà, radici, passioni, metodi e modi di un partito che ancora sta nascendo.
Gianfranco Carboni













