Abbiamo bisogno di mangiare farina di insetti? Continuano le polemiche sulla decisione della Commissione europea di dare il via libera alle farine di insetti, prima, e alle larve della farina poi, come alimento. Sull’argomento interviene Roberto Diana di Cagliari, medico, heilpratiker, biologo nutrizionista e sport phisiologist.
Un argomento che tiene banco da quando è stata lanciata la decisione di introdurre gli insetti, per forza, nella nostra alimentazione. Abituati a ben altri sapori, quelli della cucina Mediterranea, in tanti hanno storto il muso al solo pensiero di doversi trovare in bocca qualcosa di macinato che, sino a poco prima, saltellava o si nascondeva con le sue tante zampette.
Insomma, una questione di abitudine ma, a detta dell’esperto, la decisione potrebbe avere conseguenze anche sul nostro organismo.
“Gli insetti, sotto forma di farina o di prodotti trasformati, probabilmente saranno parte del futuro alimentare fantozziano per vari motivi e la paura che si prova nei loro confronti è del tutto comprensibile. Ci si augura che sia riportata la loro presenza in etichetta. Perche’ probabilmente sarà questa la situazione più probabile che si verificherà. La potenziale allergenicità e pericolosità degli insetti, nonostante le ricerche in atto, “non sarebbe” ancora provata in maniera sicura. Un lavoro molto recente riporta la necessità di sviluppare degli opportuni test diagnostici per valutare questo rischio senza adattare quelli già presenti sul mercato. Un diverso studio riporta che in alcuni ambienti di lavoro, il 57% dei dipendenti è stato sensibilizzato e ben il 60% dei dipendenti ha riportato sintomi legati alla presenza di insetti ma non perché li mangiasse. In un secondo lavoro scientifico pubblicato dall’Efsa si sottolinea che al momento le informazioni disponibili sui pericoli associati agli insetti per l’uso in alimenti e mangimi sono ancora molto limitate. Le attuali conoscenze disponibili suggeriscono che le proteine degli insetti possono causare delle reazioni allergiche negli esseri umani e negli animali così come accade per altri artropodi, tipo i crostacei, quali gamberi, scampi etc.
In etichetta la cross-reattività fra insetti e crostacei sconsiglia il consumo di insetti agli allergici ai crostacei o agli acari della polvere. In etichetta, sarà necessariamente riportato questo possibile rischio allergenico e quindi saremo a conoscenza della presenza di insetti come ingredienti dell’alimento”.
Le possibili allergie alimentari in primis, quindi, potrebbero causare dei problemi da non sottovalutare.
“Io non ho mai mangiato, né mangerò mai degli insetti. Gli insetti sono occultamente già nostri commensali, sia pure dal lato sbagliato del tavolo, perché il colorante E120 o carminio, sigla che indica la cocciniglia non è vietato, ma è autorizzato ad essere immesso in commercio. Questo colorante è prodotto da un insetto per difendersi dai predatori e ai nostri scopi servono per un chilogrammo di colorante circa cento mila insetti e una volta macinato l’esoscheletro si può estrarre l’acido carminico. Questo colorante rosso, può dare delle forme di allergie, ed è usato per alimenti o per bevande. E’ comune anche nell’industria tessile, anche se talvolta si usano dei coloranti sintetici più economici denominati E122 oppure E124. Parallelamente, ogni anno inconsapevolmente e mediamente si consumano circa 500 g di insetti e tutto ciò è tollerato dalla legislazione alimentare perché considerati dei contaminanti. La FDA americana impone per farina e sfarinati un limite di tolleranza di 50 frammenti di insetto, antenne, zampe etc., in 50 g di prodotto e tali valori sono usati comunemente anche in Europa. I Filth-Test sono test utili ad evidenziare le impurità solide negli alimenti, fra cui anche le parti di insetti che involontariamente si possono ritrovare negli alimenti. La legislazione italiana, su questo punto, è vacante, anche perché zampette, ali, antenne e quant’altro non sono nocivi e non esistono quindi limiti massimi per la loro presenza nei cibi”.
Le conclusioni: “Avere paura degli insetti deriva dal nostro cervello primordiale, e la qualcosa è comprensibile. L’uomo non e’ insettivoro.
Abbiamo superato ben altre prove, e anche gli insetti si troveranno col tempo ad essere accettati dagli idioti. Del resto, i loro cugini come gamberi, aragoste e crostacei vari non solo sono accettati, ma addirittura considerati beni di lusso eppure sono artropodi, stesso esoscheletro chitinoso, stesse caratteristiche. Avanti con allergie e prese in giro.
Forse perché vivendo in acqua sembrano lontani dal nostro ecosistema terrestre o forse ci sembrano puliti, ma l’intestino di un gambero o altre parti dei crostacei rappresentano pur sempre un punto di rischio per la nostra salute.
Abbiamo bisogno di mangiare insetti? La risposta è no.
Gli insetti sono un piano B per il futuro alimentare e per la nutrizione a basso impatto, e per alcuni paesi in emergenza alimentare sono già oggi il loro piano A. Noi francamente non siamo obbligati a mangiarli, nessuno può costringere ad accettare un prodotto insicuro dal punto di vista allergenico e tossicologico e inutile dal punto di vista nutrizionale. E’ anche vero che non possiamo decidere per i creduloni: io credo che paesi avanzati nel settore agro-alimentare come lo è l’Italia e la nostra Sardegna possano dare altre linee guida a chi ha bisogno di fonti alimentari alternative, assicurando sicurezza e qualità”.
Sull’argomento interviene anche Tiziana Mori, già assessore a Monserrato dove si occupava di salute e qualità della vita, attualmente responsabile Dipartimento Famiglia, Politiche sociali e Salute per la Associazione Arka con cui oltre ad attività a favore di minori e famiglie in difficoltà, partecipa a gruppi di lavoro con focus sulla alimentazione, sport e salute a favore delle famiglie: “È necessario tutelare il ruolo distintivo del cibo italiano, della nostra millenaria dieta Mediterranea, e pertanto sono contraria al consumo umano di farina di insetti. È fondamentale difendere il made in Italy anche perché la nostra dieta Mediterranea è basata sul consumo equilibrato di alimenti che provengono da una eccellenza quale è il settore dell’agroalimentare italiano.
Immettendo nel nostro mercato alimenti contenenti anche farina di insetti causiamo danni anche al nostro organismo che non è in grado di digerirli. Il discorso si sposta sulla tutela della salute degli individui, quindi delle famiglie, in particolare nei confronti dei bambini e anche degli anziani, che sono fragili e per i quali una alimentazione corretta e bilanciata alimentazione è alla base della crescita per gli uni, e del mantenimento in salute avendo spesso patologie come diabete, o pressione alta per gli altri”.












