Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp
Senza medici di base ma con l’aiuto, chissà sino a quando, delle guardie mediche, senza diabetologi e cardiologi. Caos sanità anche a Teulada, centro sulcitano di 3500 anime. I tagli e i disservizi della sanità sono gravissimi anche in uno dei paesi più meridionali della Sardegna, come denuncia Sabrina Pittalis. Anche lei vittima di disagi e impossibilitata a trovare un diabetologo che possa visitare suo zio, anziano. Ecco, di seguito, l’email inviata alla nostra redazione.
“Piccola premessa: Teulada conta circa 3300 abitanti ( dato ISTAT aggiornato al 31 12 2021 ), nel corso degli anni ha registrato un calo demografico significante altrettanto significante l’innalzamento dell’età media, che si porta sopra i 50 anni con un bassissimo tasso di natalità. A distanza di un anno, dall’ultima volta che cercai di dare voce al disagio di tante persone ( 1500 persone senza Medico di Base, la situazione non è variata di una virgola) , nella speranza di smuovere le acque cercando e sperando di non affondare nel dimenticatoio, mi vedo costretta a dover segnalare quanto segue: in via Guglielmo Marconi 20, troviamo il poliambulatorio di Teulada, “luogo di cura”, presso il quale nei giorni stabiliti e previa prenotazione visitano diversi specialisti ( Endocrinologa, Ginecologa, Diabetologa, Oculista, Cardiologo). Teulada è un paese territorialmente isolato, 45 km dall’ospedale Sirai di Carbonia e 70 km da Cagliari. Detto ciò veniamo al punto dolente: oggi, recandomi presso la struttura sanitaria, sono venuta a conoscenza che ad oggi, oltre al Medico di Base, sono venute a mancare anche altre figure specialistiche, come il Diabetologo, il Cardiologo e a breve stessa sorte L’oculista. Che fine faranno coloro i quali sono in cura con questi specialisti? In sostanza, a Teulada, a breve rimarrà solo ed esclusivamente una struttura abnorme, con un grande potenziale dal punto di vista sanitario, inutilizzata. Struttura che eroga servizi indispensabili per i cittadini e soprattutto per le persone anziane e con difficoltà motorie ( anche se l’ascensore non funziona ormai da anni ), che quindi si vedono costrette o ad andare in privato o cercare di prenotare in qualche altra struttura sanitaria pubblica o convenzionata, e le distanze sono quelle citate poc’anzi. Questa è la situazione in cui verte ad oggi il nostro paese, e ciò che mi spaventa di più è l’apatia generale, il silenzio, un silenzio assordante di chi ha il potere per cambiarne le sorti”.