Allettata, tra varie patologie e l’età che avanza, e lasciata senza quei pannoloni che le spettano, ogni mese, di diritto. Bruna Casula, 93enne di Cagliari, non sente il suono del campanello che preannuncia l’arrivo dei panni della Santex dallo scorso 11 marzo, data entro la quale sarebbero dovuti arrivare. Ha atteso qualche giorno e, poi, sua figlia, Patrizia Campus, sessantenne, ha deciso di telefonare all’azienda che si è aggiudicata l’appalto dell’Asl per la fornitura dei presìdi: “Chiamate su chiamate, tutte le mattina di una settimana perse a contattare un centralino automatico e attendere di essere il prossimo utente”. Ma nessuna voce umana, poi, risponde: “La linea cade automaticamente perchè, a detta loro, c’è un enorme traffico telefonico. Ma è vergognoso”, dice la donna. Che ha provato anche a contattare un numero di cellulare: “Prefisso 320, ogni volta che chiamo una voce, sempre registrata, avvisa che il numero non è attivo”. Di aprire il portafoglio non se ne parla: “I panni spettano di diritto a mia mamma, e devono essere quelli che vengono forniti gratuitamente, sennò a che gioco stiamo giocando?”.
“Una sola volta sono riuscita a prendere la linea e parlare con un addetto alle telefonate, mi ha spiegato che è colpa della società che si occupa di trasporti”. Vero, falso, parzialmente vero? Impossibile saperlo: “Non risponde nessuno nemmeno dagli uffici della ditta che si occupa dei trasporti. Sono stati presi accordi chiari in Regione”, prosegue la Campus, “non posso vivere tra rimpalli continui, mia madre è anziana e allettata e quei pannoloni, gratuiti per legge, le servono con molta urgenza”.










