“Io, genitore di un autistico: a Cagliari manca cultura, non il parco”

la lettera aperta di Antonello Spiga, genitore di un bimbo autistico: “A Cagliari non manca un parco del’autismo ma la cultura giusta sull’autismo, se ci fosse quella sarebbe più facile andare a passeggiare nel verde”


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di Antonello Spiga

Ho letto l’articolo di Giovanni Maria bellu su SardiniaPost, questo: http://www.sardiniapost.it/pronto-i… credo che, in qualità di genitore di un bambino autistico e di componente del Comitato Famiglie 162, sia necessario spendere due parole in riguardo. Premetto che il parco inaugurato dal sindaco Massimo Zedda e dall’assessore all’urbanistica, Paolo Frau, è un’area di 4700 metri quadri, prima destinata a parcheggi, che è stata intitolata a Sirio Vannelli, noto botanico, che si è occupato per anni del verde cittadino,è una cosa molta bella e che, al di là di come la si pensi politicamente, merita un riconoscimento di buona pratica amministrativa del territorio (almeno questa). Partendo dal titolo dell’articolo “ Nessun parco giochi per i ragazzi autistici. L’occasione perduta dal comune di Cagliari “ verrebbe subito da pensare ad una disfatta, un ingiustizia, l’ennesimo gesto di noncuranza nei confronti delle persone autistiche, invece no, ad una attenta lettura mi pare di rilevare più una delusione di Bellu, quindi una questione personale, che non una pratica scorretta e sleale. Comprendo pienamente la problematica in discussione,essendo io stesso padre di un bambino autistico, ma non condivido l’impostazione, la sostanza e l’assunto dell’articolo. Cagliari è tra le principali città in Italia per spazi verdi, credo tra le prime cinque città italiane (da verificare), questo parco è “ l’ennesimo “ di una lunga serie che in questi anni sono stati sistemati e resi fruibili a TUTTI. Nell’ articolo, Bellu, lamenta l’assenza di spazi verdi nei quali poter stare con il suo ragazzo autistico a correre senza rischiare di far male a nessuno, questa pretesa è quantomeno ingenua, dato che potrebbe accadere la stessa cosa in un ambiente dedicato unicamente o prevalentemente a persone autistiche, o forse non si è posto la domanda: mio figlio potrebbe fare “ involontariamente” del male ad un suo “ collega” autistico durante le sue folli corse? Forse non lo sapremo mai, chissà… Ma ancora non siamo al punto della questione, il punto infatti è un’altro, è ben altro.

Per Bellu l’occasione persa dal sindaco consiste nel non aver istituito questo nuovo parco destinandolo ai disabili, riprendendo quanto dichiarato sulle pagine di Facebook dal sindaco Zedda stesso ; “Uno spazio che è stato progettato pensando anche alle richieste arrivate nel tempo da associazioni e genitori che convivono con l’autismo perché possa essere un giardino per tutti”. Che lui, Bellu, commenta così ; “Già, il problema è che tutti i giardini sono di tutti. Nessuno è per i disabili.” La critica di questo articolo si snoda tutta qui, nella promessa mancata da parte del sindaco nei confronti di genitori e associazioni di persone autistiche (dei quali non c’è traccia nell’articolo, chi sono? ) di una destinazione, come specifica Bellu stesso proseguendo nell’articolo, “ non esclusivamente per i nostri figli, ma preliminarmente per i nostri figli “. Questo è il punto, che sinceramente non mi sento di condividere dell’articolo di Giovanni Maria Bellu, malgrado capisca le sue ragioni profonde, non posso assolutamente trovarmi d’accordo con questa posizione, anche perchè l’impegno di questi anni da parte di genitori, assiociazioni, e di tante persone che a vario titolo si sono occupate di autismo non ha mai ragionato o pensato di farlo in quella direzione, nei luoghi “ per…” nei luoghi prevalentemente/preliminarmente destinati a persone autistiche. La mia linea di indirizzo è l’esatto opposto, cioè creare tutte le condizioni per cui persone autistiche e persone non autistiche possano condividere e vivere gli stessi spazi, pubblici o privati che siano, in totale inclusione e integrazione, in uno scambio di esperienze reciproco che non “avvantaggi “ nè l’uno nè l’altro, ma che fornisca ad entrambi gli strumenti e la possibilità di esprimere al meglio e al massimo la propria personalità.

Sono certo che Bellu non vuole e non vorrebbe un ghetto di autistici, ne sono convinto, tuttavia mi preme ricordare che ciò che manca e che servirebbe fortemente in questo momento non sono i parchi “ preliminarmente dedicati agli autistici “ ma bensì una cultura sull’autismo, quella sì, se fosse maggiormente e professionalmente diffusa tra le persone che non hanno in famiglia delle persone autistiche, contribuirebbe ad agevolare l’andata in qualsiasi parco cittadino (e la scelta non manca) senza aver paura di essere guardato di traverso e con preoccupazione da persone che non sanno, e proprio per questo ignorano, che di quegli atteggiamenti non c’è da aver paura, ma si sà, spesso la paura nasce dall’ignoranza.

 


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