Zaini e diari, a Cagliari si spendono almeno 50 euro: “I bambini pretendono quelli di marca”

Riparte la scuola, i cagliaritani comprano meno ma i prezzi non sono in calo: “C’è differenza tra un quaderno standard e uno di marca. Gli zaini a tinta unita non vanno più di tanto, molti vogliono quelli dei cartoni animati. Per un buon vocabolario servono anche 35 euro, senza contare i libri”. GUARDATE la VIDEO INTERVISTA a Daniela Collu, titolare di una cartolibreria. Quanto avete speso per il corredo scolastico dei vostri figli?


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Sì, c’è la crisi, ma quella è generale. Per un anno scolastico un diario, uno zaino, quaderni e penne sono indispensabili: a Cagliari, in media, partono anche 50 euro. In media. Sì, perché comunque un pacco di sei quaderni (6,90 euro) o l’affare a tre euro e cinquanta per averne dieci comunque, tra le tante materie presenti nella scuola, prima o poi si devono ricomprare. E il costo, ovviamente, aumenta: in attesa di avere la lista dei tanti libri da acquistare. Il diario e lo zaino? Deve essere di marca, soprattutto nella scuola primaria e nei primi anni di quella secondaria: “I bambini non vogliono quelli a tinta unita ma quelli con l’eroe dei cartoni animati o con il marchio”, spiega Daniela Collu, 52 anni, titolare da trent’anni di una cartolibreria in via dei Giudicati a Cagliari. “Comix e Smemoranda sono il must tra i diari, e il prezzo è di quindici euro. Quelli non di marca costano la metà”.
Tutto come nella norma, insomma, almeno da quando i grandi marchi hanno deciso di investire anche nel settore del corredo scolastico: “Trionfa il marchio, ma c’è comunque crisi di acquisti”, confida la commerciante, “mi chiedono sconti anche genitori che vengono ad acquistare da me per la prima volta”. E, se per un buon vocabolario di greco o latino “servono anche 35 euro, sennò ci sono quelli piccoli da sei euro e novanta ma non hanno tutti i lemmi”, internet rosicchia sempre più terreno soprattutto per le lingue del presente e del futuro. Per un maxi vocabolario, aggiornato all’ultima edizione, di inglese, francese e spagnolo “si va online, lì si riesce a venderne di più”.