di Paolo Rapeanu
Due figli, entrambi maggiorenni e studenti – la più piccola al liceo, il più grande all’Università – un tetto sicuro “grazie ai miei genitori” e 1200 euro che vanno in fumo all’improvviso. Viviana Moi è una delle lavoratrici del call center Dynamicall di viale Meucci che hanno ricevuto le due lettere “maledette”, legate all’apertura della procedura di licenziamento e all’ordine di servizio di non presentarsi al lavoro -. Addio alla postazione con le cuffie e alle tante telefonate da fare ogni giorno, con il futuro che diventa un gigantesco punto interrogativo: “I miei figli conoscono la drammatica situazione che sta vivendo la loro mamma. Il più grande rammarico è che mi stanno ciudendo le porte nonostante il riconoscimento dei miei meriti, e prima di andare via ho dovuto formare le nuove leve, giovani ma anche meno giovani che saranno assunti con condizioni contrattuali favorevoli all’azienda”.
Come ci si può “ricostruire” una vita a 43 anni? “È un’incognita. Potrei trovare altro perché penso di meritarmelo”, ma potrebbe anche capitare di restare a spasso, “del domani non c’è certezza. È difficile riprendersi da quelli che sono i ritmi lavorativi che scompaiono, in dieci anni di esperienza ho imparato come lavorare in un call center. E adesso vengo mandata a casa, mentre l’azienda avrà spese minori perché farà, ai nuovi assunti, contratti molto diversi dal mio, che avevo un indeterminato con un terzo livello”.








