I fili degli stendini, o direttamente i davanzali dei balconi utilizzati per stendere i panni nel centro storico di Cagliari? Presto saranno solo un ricordo. Chi stende magliette, calzini, mutande, reggiseni e qualunque abito senza prima averlo strizzato a dovere rischia una multa. È uno dei provvedimenti più discussi del nuovo regolamento sul decoro urbano che sarà presto approvato dal Consiglio comunale che sostiene il sindaco Paolo Truzzu. Ma chi vive tra Marina e Stampace non solo storce il naso, ma quasi resta allibito dal diktat del primo cittadino. Il senso principale è uno: con tutti i problemi che ci sono, i panni gocciolanti rappresentano una priorità? Sergio Erby vive in via Lepanto: “I panni? Continuerò a stenderli, ho solo un balcone. Le multe? Tanto questo sindaco non verrà rieletto e se ne andrà”, tuona. “Non siamo mica negli Stati Uniti o a New York o in qualche grande città. La stenderò lo stesso, anche se c’è un regolamento. Il decoro? Questo è un rione antichissimo, non ha altri posti dove stendere se non sulla strada, malgrado il sindaco Truzzu. Questo fa parte del paesaggio, è l’aspetto folcloristico del quartiere, come nel rione Sanità e in altre zone di Napoli. Un asciugatore? Nemmeno a parlarne, i miei panni non goccioleranno perchè li strizzerò”. Chissà se manterrà la promessa.
Bona Contu, 83 anni, vive in via Sant’Efisio a Stampace: “Non è un provvedimento piacevole, non c’è la possibilità di stendere dentro perchè le case sono buie e non abbiamo verande. Un asciugatore? Lo compra chi ha le possibilità, io sono in pensione e le spese che devo affrontare sono molte”, sostiene. “Oltre al fatto che sono oggetti moderni, difficili da adoperare”. Insomma, vietare i panni è la soluzione per garantire il decoro? “No. Perchè il sindaco non pensa alle strade al buio? La nostra è così da due giorni, passi e veda le necessità che abbiamo. Qui c’è anche malamovida e noi stampacini, a furia di lamentarci, siamo riusciti a fare allontanare i giovani.








