Giornata all’insegna di solidarietà e salute l’8 marzo nella sezione femminile della Casa Circondariale di Cagliari. L’annuale appuntamento “Un sorriso oltre le sbarre”, promosso dalle associazioni “Socialismo Diritti Riforme” e Fidapa Cagliari, è stato infatti l’occasione per conoscere la realtà delle recluse e delle agenti della Polizia Penitenziaria. Grazie alla disponibilità del chirurgo oncologo Massimo Dessena 17 detenute, su loro richiesta, hanno potuto usufruire di una visita senologica e di ecografia. Un’iniziativa, la prima del genere in una struttura penitenziaria, che è stata preceduta da un incontro con la distribuzione di un sacchetto contenente prodotti per l’igiene e la cura della persona, dolci e un piccolo mazzetto di mimose.
Le detenute, che svolgono costantemente attività sportiva, hanno inoltre ricevuto una maglietta di cotone con una scritta artistica realizzata dall’artista Katia Rivano e una pianta è stata offerta alla sezione. Nel corso dell’appuntamento la scrittrice e poetessa Rosaria Floris ha interpretato il componimento in lingua sarda “Donne della Sardegna”. Oltre a Maria Grazia Caligaris e Liliana Floris, presidenti rispettivamente di SDR e Fidapa Cagliari, sono intervenuti il coordinatore dell’area sanitaria dell’Istituto Antonio Piras e Paola Sanna responsabile della Sanità Penitenziaria della ASSL nonché le Educatrici dell’Istituto.
Nel corso dell’incontro è emersa la necessità di promuovere corsi di formazione per le detenute in modo da impiegare il tempo utilmente nella prospettiva di un ritorno nella società con capacità e conoscenze spendibili sul mercato del lavoro. La presenza in Istituto di 28 recluse, su una popolazione complessiva di 611 detenuti, rende particolarmente difficoltoso organizzare iniziative di formazione durature anche per la tipologia dei reati femminili.
Nell’esprimere preoccupazione per la presenza nella sezione di una donna madre di 8 figli al sesto mese di gravidanza e di un’altra detenuta con due bimbi di 3 mesi e 2 anni, “c’è però un altro aspetto – ha osservato Caligaris – che necessita di attenzione. In particolare è indispensabile, anche in considerazione del cresciuto numero delle detenute, dotare la sezione femminile di un servizio infermieristico almeno durante le ore notturne. Il Villaggio Penitenziario di Uta infatti è particolarmente esteso e dispersivo. Medici e infermieri nelle ore notturne sono dislocati nell’ala centrale della struttura distante dalla sezione femminile. Una condizione che crea grave disagio e alti rischi quando si verifica un’emergenza”.
“La sanità penitenziaria nella Casa Circondariale di Cagliari-Uta – ha evidenziato Paola Sanna – garantisce standard di salute elevati ed è considerata un positivo esempio anche a livello nazionale. Ciò significa che c’è una significativa attenzione nei riguardi dei cittadini detenuti. La realtà è quindi nel complesso soddisfacente e ben strutturata segnaleremo tuttavia l’esigenza emersa in questo contesto e valuteremo la possibilità di garantire la presenza di un infermiere nelle ore notturne”.
Le iniziative dell’8 marzo di SDR e Fidapa Cagliari proseguiranno domani pomeriggio con il “Premio Solidarietà Donna”











