Tensione e violenza nel carcere di Uta. Un detenuto rumeno di 36 anni ha aggredisce nell’infermeria del penitenziario due poliziotti. L’aggressione da parte del detenuto, non nuovo a questo tipo di comportamento, è scaturita dal fatto che i poliziotti stavano cercando di evitare che si procurasse dei tagli sul corpo con una lametta. L’uomo, però, è riuscito nel suo intento, prima di sferrare un pugno in faccia a un poliziotto e ferire a una mano il collega, intervenuto per cercare di immobilizzarlo. I due poliziotti sono finiti all’ospedale, riportando hanno riportato 3 e 4 giorni di prognosi. Si tratta, purtroppo, dell’ennesimo episodio choc che vede vittime di aggressioni, anche brutali, gli agenti penitenziari del più grosso carcere sardo.
E c’è, naturalmente, l’ira dei sindacati. Il segretario generale regionale della Fns Cisl Giovanni Villa, nel comunicare la notizia, è netto: “Purtroppo continuano le aggressioni nei confronti della polizia penitenziaria e questa volta a farne le spese sono stati due colleghi ai quali vanno i nostri auguri per una pronta guarigione. Non si può continuare a subire passivamente tutto questo è necessario che il Governo intervenga con fermezza e celerità. Quanto fatto fino ad oggi dal sottosegretario Delmastro va verso la giusta direzione ma bisogna accelerare sulla messa in azione del gruppo operativo di intervento. Oggi stiamo facendo formazione per l’uso corretto degli strumenti di contenimento alle aggressioni e va bene ma è tempo che si intervenga anche più adeguatamente per inasprire le pene nei confronti degli aggressori”.










