Dal 2015 infatti verrà aumentata la tassa regionale per il diritto allo studio: dall’ammontare di 62€ per l’anno accademico 2013/2014
si passerà ad un totale di 140€ per l’anno accademico 2014/2015.
La tassa annuale verrà versata in una sola tranche dai colleghi che, nella dichiarazione dei redditi utili per calcolare l’importo delle tasse universitarie, dichiarano un reddito totale superiore ai 25.000€, ed il ricavato della suddetta tassa verrà interamente erogato per le borse di studio.
Ne consegue che, a fronte di un finanziamento nazionale e regionale sempre più esiguo, è sugli studenti e le loro famiglie che continua a gravare il costo per vedere garantita l’istruzione universitaria ed il diritto allo studio.
UniCa2.0 non condivide la linea politica adottata dalla Giunta Regionale:
“E’ la Regione Sardegna che deve impegnarsi e investire per il diritto allo studio, al fine di garantire a tutti gli studenti idonei di godere della borsa di studio.
Non possono essere i colleghi, pagando tasse sempre più alte, a dover sopperire alle inadempienze statali e regionali verso diritti costituzionali, né può passare il messaggio che tale azione sia da considerarsi come intervento in favore del diritto allo studio.
Nondimeno riteniamo inappropriati il modus ed i tempi che hanno portato all’aumento della tassa:
per consentire a tutti gli studenti di adempiere con serenità agli oneri economici, nei quali si incorre al momento della iscrizione alla Università, sarebbe stato opportuno informare o provvedere all’aumento della tassa a inizio anno accademico e non ad inizio 2015.
Con un tale ritardo inoltre non sarà possibile rendere questa tassa proporzionale al reddito
– in tre fasce, come recita la normativa nazionale – né rateizzarne il pagamento.
Consideriamo poi incoerente l’atto che portato la Regione Sardegna ad adeguare, sullo standard nazionale, l’importo delle tasse pagate dagli studenti , senza però provvedere a rendere conformi allo standard nazionale anche le borse di studio che vengono erogate dall’Ente Regionale per il diritto allo studio, queste infatti sono di quasi 2.000€ inferiori all’importo nazionale stabilito dal DM n.553 del 14/07/2014.
Tutto ciò non fa che testimoniare lo scarso interesse che la politica regionale manifesta per garantire un diritto allo studio a misura di studente: non devono essere gli studenti e le loro famiglie, con l’aumento della tassa per il dsu, a consentire ai colleghi “capaci e meritevoli, ma privi di mezzi” di avere accesso e sostegno per la loro formazione universitaria”.