La febbre, il ricovero al Santissima Trinità di Cagliari e un mese di battaglia in uno dei letti del Covid Hospital cagliaritano. Maria Paola Olla, 38enne cagliaritana, da due giorni si trova in un altro ospedale. Un trasferimento legato alle sue condizioni di salute: “Sono ancora positiva, anche se asintomatica. Non potevo ancora tornare a casa, ma sono sicura che presto guarirò”. La donna, attraverso una lettera spedita alla nostra redazione, racconta i giorni trascorsi in una stanza del presidio ospedaliero di Is Mirrionis. Giorni quasi tutti uguali, scanditi da visite e controlli. Ma, anche e soprattutto, da tanta umanità: quella profusa dal personale medico dell’ospedale. La strada verso la guarigione dal Covid-19 non è ancora terminata, ma Maria Paola Olla ha trovato la forza per scrivere tante righe cariche di speranza e sorrisi. Sorrisi alla vita, per la precisione. Ecco, di seguito, la sua lettera.
“Sono ancora positiva. Ho la febbre, arriva l’ambulanza. Sono positiva, vengo subito ricoverata al Ss. Trinità di Cagliari. Sono giovane, ho 38 anni, e piango. Ho paura. 29 giorni in una stanza, con una finestra di fronte al mio letto, che improvvisa colori di cieli con albe e tramonti…, da quel poco che si può intravedere… Qui il tempo scandisce ogni momento pervaso di dubbi, angoscia, dolore… Il pensiero di non farcela mi assale, affido alla mia memoria i ricordi dei momenti più belli che ho vissuto, e che ho lasciato fuori… La vita è un dono. La mia solitudine viene spezzata da tute e visiere, posso solo intravedere i loro occhi e sentire la loro voce, mi fanno tenerezza, pur nelle difficoltà sono i primi ad incoraggiarmi, mi abbracciano con parole di speranza, mi danno forza e hanno sempre un tono positivo e rassicurante…. Loro sono speciali, sono i guerrieri che tengono la mano dei più deboli… Lascio i colori del cielo, per guardare affascinata le loro tute, le hanno colorate con i loro nomi per potersi distinguere, ed hanno aggiunto delle frasi che ti strappano un sorriso. Non mi sento più sola. Mi avvisano che devo essere trasferita in un nuovo ospedale. Mi avvio verso l’uscita, l’ambulanza mi attende, e appena sollevo lo sguardo verso il corridoio, vengo circondata da medici infermieri ed oss che mi salutano calorosamente con grande affetto. E la sorpresa continua nel piazzale dell’ospedale, dove mi attendono altri medici infermieri ed oss, questa volta con la mascherina, ma senza caschi o visiere, posso vedere i loro occhi che luccicano emozionati mentre mi salutano e mi augurano di guarire presto, e sorridenti mi dicono ‘così almeno ti ricorderai di alcuni di noi’. Non me lo aspettavo… che emozione mi hanno regalato… So di aver incontrato degli angeli, che hanno riempito quella stanza grigia e triste con i colori dell’amore, dell’amicizia, della speranza, hanno tenuto in vita la mia anima. Quanto siete grandi! Quando guarirò tornerò per ringraziarvi. A voi sempre nel mio cuore, dico grazie!”.













