Il prossimo 13 aprile si terrà l’udienza preliminare relativa all’incidente mortale avvenuto il ventisette dicembre 2021 in viale Ferrara a Cagliari, nel quale ha perso la vita Massimo Mastromarino. Il 57enne, armaiolo dell’Esercito, in sella alla sua Honda, è stato travolto dalla Ford, contromano, guidata da Carlo Pisu di Sinnai. Impatto tremendo e morte sul colpo. Le indagini hanno permesso di appurare la presenza dei cartelli e della segnaletica stradale e, tra poco più di un mese, inizieranno i round in tribunale. C’è una famiglia distrutta che “confida nella giustizia”. Il figlio Massimo, la madre Lidia, rimasta vedova all’improvviso. Ci sono ancora tanti punti da chiarire. Il legale dei familiari di Mastromarino, Riccardo Martucci, li assiste sin dai giorni successivi alla tragedia.
“Tutti (moglie, madre, figlio e fratelli) si domandavano il perché di una morte così assurda. La moglie non riesce tutt’oggi a darsi pace e chiede che la giustizia faccia il suo corso, che la giustizia abbia la funzione di stigmatizzare, non solo di riparare, ma di evitare che simili tragedie possano ancora ripetersi. Lo chiede da persona libera. Non interessata. I risarcimenti in favore delle vittime dell’incidente, i parenti, sono stati già dati per diverse centinaia di migliaia di euro.
Ma quei risarcimenti nulla rappresentano. Nulla potranno fare per riportare il sorriso, gli abbracci e le parole di conforto di Massimo Mastromarino ai loro cari.
Restano, oggi, però, troppe domande rimaste prive di risposta. Restano i parenti; che oggi e per sempre si domanderanno come mai Massimo non è lì con loro a condividere ogni istante della vita”, spiega l’avvocato. Il pm è Giangiacomo Pilia, tra le carte che dovrà analizzare c’è anche la relazione stilata dall’ingegnere Francesco Marongiu, che ripercorre puntualmente le fasi dello schianto, individuando il punto d’ingresso della Ford guidata da Carlo Pisu, “in un accesso diverso rispetto a quello indicato dal suo legale, ben segnalato dalla segnaletica orizzontale e verticale. I parenti di Massimo Mastromarino chiedono che la giustizia restituisca loro non il marito, il padre, il figlio, il fratello, ma quel briciolo di dignità che li porti a riconoscere che lo Stato è ancora al loro fianco”.











