I loro sguardi non si sono mai incrociati, quello forte e lucido di Paola e quello sfuggente e assassino di Shahid, alla ricerca costante di una via d’uscita. Ha tentato anche di chiedere scusa, e si è detto pentito di quanto fatto, estremo tentativo di guadagnare qualche anno di libertà in più. L’omicidio del povero Mirko, che a 19 anni ha protetto la madre con il suo corpo finendo ammazzato con 17 coltellate, e il tentato omicidio di Paola, rimasta per mesi in coma in ospedale, sono stati solo la punta di un gigantesco icerberg su cui oggi i giudici hanno messo un puntello in più. Un iceberg fatto di sopraffazioni, violenze, minacce. Fatto di reclusione, perché Paola doveva stare a casa e non vedere nessuno, era lui a decidere come si doveva fare e dettare le regole del gioco. Anni di buio, in cui Paola non riusciva a liberarsi della prigione in cui si era cacciata, pensando di aver trovato finalmente l’amore e la pace con quel ragazzo che tante volte lei aveva aiutato.
E invece, ben presto, il sogno è diventato un incubo ed è culminato in tragedia. Quello che si sta svolgendo in rito abbreviato è il processo per stalking e maltrattamenti, mentre a metà maggio sarà fissata l’udienza preliminare per omicidio e tentato omicidio, per la quale è già stata depositata la richiesta di rinvio a giudizio. Oggi, per stalking e maltrattamenti, la pm di Lanusei Giovanna Morra ha chiesto oggi la condanna dell’uomo, che si trova in carcere a Uta, a 4 anni e 8 mesi.












