Una brutta storia familiare quella di Mohamed Ibrahim Mansour, 44 anni, ucciso a colpi di fucile lo scorso 14 gennaio a Cassolnovo, in provincia di Pavia. Il suo corpo, poi, è stato bruciato insieme alla sua auto. A confessare l’omicidio il cognato, il 35enne Massimo Rondinelli. Con lui, il padre e il fratello, che erano già stati arrestati. A scatenare l’ira omicida, secondo gli inquirenti, la volontà di Mansour di chiedere l’affidamento della figlia avuta con la sorella dell’omicida. Questo avrebbe portato a ciò che sembra una cospirazione familiare ai danni di Mansour, fino all’ omicidio. La vittima, inoltre, avrebbe anche chiesto l’intestazione delle casa come ulteriore garanzia per un futuro con la piccola.













