Sono state circa trecento le persone che hanno partecipato alla manifestazione dei gilet arancioni della Sardegna. A Cagliari, nel parcheggio Cuore dietro lo stadio Sant’Elia, i rappresentanti del movimento fondato dal generale Antonio Pappalardo, in contemporanea con altre città italiane, hanno letto i loro proclami, già noti, anche per la loro singolarità: “Messa in stato di accusa di presidente della Repubblica e Governo e nomina del Comitato di liberazione nazionale”. Il coordinatore dimissionario sardo, Antonio Chessa, spiega che “abbiamo letto una quarantina di pagine e diversi documenti. C’è stata la procedura della messa in stato di accusa del presidente della Repubblica, la richiesta di approvazione di un governo provvisorio, la stampa di una moneta, nuova e tutta italiana e abbiamo anche approvato, con una votazione, l’uscita dall’Unione eruopea”. Tutte richieste, appunto, già conosciute, per un evento che è solo un antipasto della manifestazione prevista tra qualche giorno.
“Noi rappresentanti sardi dei gilet arancioni saremo a Roma il quattro giugno, prima è impossibile partire per via delle restrizioni del Coronavirus. Vogliamo far sentire la nostra presenza anche nella Capitale”.











