Alle prime ore dell’alba i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Cagliari, supportati dai militari delle Stazioni territorialmente competenti, dallo Squadrone Eliportato “Cacciatori di Sardegna” e da un equipaggio dell’11° NEC, hanno dato esecuzione a un’ordinanza applicativa di misura cautelare – 4 in carcere e 3 agli arresti domiciliari– emessa dal GIP del Tribunale di Cagliari nei confronti di altrettante persone, in relazione all’ipotesi – a vario titolo – di detenzione e cessione di sostanze stupefacenti di tipo sintetico.
In carcere Matteo Putzu, noto Dj Zola, 31 anni, di Maracalagonis, Oussama Moi, 38 anni, di Cagliari, Andrea Murru, altro Dj, 36 anni, di Quartucciu e Davide Francesco Gerina, 29 anni, di Villasimius.
Ai domiciliari Alessio Lenori, 29 anni, di Cagliari, Cristopher Wayne Tooker, 39 anni, di Torino ma residente a Carloforte, Gianluca Ceccacci, 34 anni, di Viterbo e Edoardo Antonio Bonogli, 25 anni, di Villacidro.
L’ordinanza trae origine da una complessa attività investigativa avviata nel 2023, che ha permesso di far luce su un esteso traffico di Ketamina, MDMA, cocaina, hashish e marijuana, che si presume condotto da una rete di soggetti orbitanti nel mondo musicale, attivi come DJ e organizzatori di eventi. Le sostanze sarebbero state cedute prevalentemente all’interno dei locali notturni di Cagliari e dell’hinterland, anche a giovanissimi, in un contesto dove il consumo di droga era presentato come parte integrante del divertimento.

L’indagine Coordinata dalla Direzione Investigativa Antimafia ha permesso di eseguire 9 arresti in flagranza, uno dei quali fuori regione, a Viterbo, sequestrare oltre 4 kg di Ketamina (liquida, cristallizzata, polvere), 7,5 kg di cocaina, 2 kg di hashish, 1 kg di marijuana, 300 pasticche di MDMA, diversi grammi di 2C-B, oltre 19.500 euro in contanti; individuare diversi corrieri e fornitori, tra cui un corriere incaricato di trasportare oltre 4 kg di Ketamina liquida, occultata all’interno di un autocarro appositamente modificato per eludere i controlli alle frontiere; documentare l’utilizzo sistematico di app criptate (Telegram, Signal, WhatsApp) per coordinare le vendite e le spedizioni.
Secondo l’ipotesi allo stato formulata, il principale indagato, un DJ cagliaritano, si sarebbe recato frequentemente all’estero, in destinazioni ritenute funzionali al mantenimento di canali di approvvigionamento della sostanza. Gli indagati, attivi nel settore dell’intrattenimento, avrebbero sfruttato eventi e serate nei locali notturni per alimentare un circuito illecito a forte rischio per la salute dei più giovani.










