Teulada – Pale eoliche anche in mezzo al mare e alla natura incontaminata e ammirata in tutto il mondo, caratterizzata dalle dune bianche e la fitta vegetazione: no da parte del Comune che chiede alla Regione di farsi carico della protesta e di intervenire in merito alle decisioni nazionali. “I valori identitari della Terra Sarda non sono negoziabili”.
Il deserto che si affaccia al mare, sabbia candida e fine a tal punto da essere, quasi, paragonata alla farina e l’acqua color cristallo, come quella in copertina per pubblicizzare località da sogno come i Caraibi: a pochi chilometri da Cagliari il paradiso terrestre è realtà e lo si può trovare in quell’angolo adagiato a fondo valle. Meta prediletta da migliaia di persone ogni anno, le sue spiagge incantevoli sono “blindate” al fine di preservarne la naturale bellezza. Non solo: il Comune di Teulada, infatti, in linea con i Comuni limitrofi, sta implementando politiche di sviluppo turistico che combinano il paesaggio naturale con la cultura e le tradizioni locali. Ma questo poco importa a chi vuole disseminare il territorio di alte torri per produrre energia, i quali hanno presentato una moltitudine di progetti tali da far sorgere le pale eoliche, quasi, una sopra l’altra. Il sindaco Angelo Milia, il vicesindaco Gianluca Urru e tutta l’amministrazione non ci stanno e hanno deciso di impedire, con ogni mezzo lecito, il sorgere dei parchi eolici. “È chiaro che questa valorizzazione turistica è totalmente incompatibile con la presenza degli aerogeneratori” ha spiegato Milia in un atto ufficiale comunicato durante l’ultima seduta del consiglio comunale. “È ben noto che l’installazione di impianti eolici e/o fotovoltaici di grandi dimensioni ha un impatto negativo sugli equilibri delicati dell’ecosistema, soprattutto quando questo è ancora incontaminato come il nostro. Questo tipo di impianti può avere particolari conseguenze dannose sull’avifauna, sia stanziale che migratrice, mettendo a rischio il progressivo depauperamento del patrimonio faunistico”. Gli interventi che interessano il comune ad oggi son diversi: un parco eolico nell’area di Mont’Arrubiu, un parco fotovoltaico a ridosso del resort S’Acqua Sassa e un eolico offshore a largo della costa. “Le amministrazioni comunali, purtroppo, non hanno al momento poteri decisionali in merito; la responsabilità ricade invece sulla Regione, che speriamo prenda atto delle nostre rivendicazioni e di quelle di altre decine di comunità come la nostra”. Una battaglia, dunque, non solo contro i progetti locali, “ma nell’ottica di una salvaguardia integrale del territorio e nel rispetto dei valori identitari non negoziabili della Terra Sarda, del Popolo Sardo e di tutti coloro che vivono e amano questa Terra”. Abbandonare i combustibili fossili per una transizione verso le fonti di energia rinnovabile non è in discussione, ciò che sconcerta è l’assalto indiscriminato anche nei luoghi dove i vincoli paesaggistici sono presenti ma questo non ferma “gli interessi imprenditoriali” che “stanno gettando il territorio in una spirale degenerativa, in quanto da un lato si assiste ad una corsa sfrenata all’accaparramento di terre per la realizzazione degli impianti e, dall’altro, i proprietari sono attratti da facili guadagni conseguenti a proposte di affitto o di acquisto pari anche a oltre 10 volte il valore corrente praticato per uso agricolo”.
Sono 6 GW quelli previsti dal PNIEC per il 2030, le richieste di allaccio pervenute a Terna S.p.A. al 31.12.2023, superano i 55 GW (oltre nove volte l’obiettivo anzidetto). “Una tale sproporzione, in crescita esponenziale, comporterebbe per la Sardegna, se attuata, l’installazione (ai valori attuali) di circa 2.700 aerogeneratori on-shore, 1.200 off-shore, 40.000 ettari di agro fotovoltaico, determinando devastanti impatti paesaggistici e ambientali, nonché sottrazione di suolo alle attività primarie”. Dalla terra dei nuraghi a quella delle pale eoliche, insomma: una possibilità che vuole essere assolutamente scongiurata e ben per questo viene chiesto ufficialmente alla Regione Sardegna di assumere, tra gli altri impegni, “tutte quelle iniziative volte alla difesa del territorio dell’Isola dall’assalto eolico e fotovoltaico, animato da logiche di speculazione energetica, al fine di far valere la prevalenza delle prerogative legislative in tema di governo del territorio ed energia, attribuite alla Regione dallo Statuto Speciale, rispetto ai contenuti di deregolamentazione afferenti agli impianti FER. Di assumere in sede politica, un atto formale per l’immediata moratoria di autorizzazioni per la realizzazione di nuovi impianti, al fine di valutare compiutamente il reale impatto degli insediamenti sul territorio regionale e preservare l’integrità dei territori interessati da norme di pianificazione in itinere confliggenti con quelle esistenti, anche in relazione al reale fabbisogno energetico della Sardegna. Di redigere in via d’urgenza un nuovo piano energetico regionale e, in tale ambito, dettare il regolamento per l’individuazione delle aree idonee e non idonee e i criteri per la redazione della relativa mappatura, da eseguirsi da parte delle Amministrazioni comunali con la partecipazione delle comunità locali, anche con l’adeguamento degli strumenti urbanistici locali”.









