Sulle terapie domiciliari Covid “suggerite” ai medici di famiglia da parte della Regione arriva il secco “no” dell’Ordine dei medici di Cagliari, con in testa il suo presidente Giuseppe Chessa. L’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu è stato chiaro: “Non è un obbligo ma una scelta. Ci sono già centinaia di medici che agiscono così in tutta Italia”. Ma il pollice verso del numero uno dei camici bianchi, alla fine, arriva lo stesso: “Esistono disposizioni ministeriali e a quelle noi ci atteniamo. Vorremmo capire meglio ed essere parte viva di certe decisioni, perchè la Regione non ci ha mai interpellato? Le cure domiciliari contro il Covid esistono già ma sono quelle previste dal ministero della Salute, non c’è certo bisogno di crearne una tipologia solo regionale. Come medici, inoltre”, sottolinea Chessa, “quando si parla di certe tematiche è meglio se veniamo consultati”. E se il tema è la medicina, l’incredulità nell’aver ricevuto via email i protocolli sanitari sulle cure domiciliari dalla Regione senza nemmeno aver ricevuto una telefonata prima sembra davvero, dalle parole del presidente dell’Ordine, esserci tutta.
“Va aggiunto che bisogna dire che la terapia domiciliare si attua quando c’è già la malattia. Dobbiamo batterci perchè il virus non ci sia. Bisogna vaccinarsi, vaccinarsi e vaccinarsi: non scherziamo, è ora di finirla con tutti questi distinguo, compresi quelli portati avanti da alcuni medici. Il vaccino è l’arma vera contro il Covid, parlare di terapie domiciliari lascia il tempo che trova. Alcuni protocolli suggeriti dalla Regione non sarebbero validati dall’Aifa, lo sostengono dalla federazione della Fimmg: “È vero”, conferma Chessa, “per noi gli unici validi sono quelli del ministero, tutti gli altri, se li attua un medico, lo fa a suo rischio e pericolo. L’autorità sanitaria nazionale viene prima di quella regionale. La possibilità che ci siano disguidi e difficoltà interpretative può venire meno quando anche l’assessore dice che, quella da seguire ufficialmente, è la linea guida del ministero. Magari fosse possibile evitare di riempire gli ospedali con le cure a domicilio. Ripeto, l’arma vera è il vaccino”.









