È stato attaccato nella propria cella da 7 detenuti che l’hanno pestato. Calci e pugni. Una brutale aggressione quella subita ieri da A. R., l’operaio quartese (un pedofilo secondo la polizia che l’ha bloccato) in carcere perché colto in flagrante nel parco di Monte Urpinu dopo aver adescato su Instagram una dodicenne cagliaritana.
L’uomo si trova nel penitenziario di Uta nella sezione riservata ai sex offender, i responsabili di crimini di tipo sessuale. Una destinazione quasi obbligata. Perché nell’ “etica” del carcere, il reato di violenza sessuale ai danni di minori è considerato tra i più odiosi e infamanti e accoglierlo nelle altre sezioni dei detenuti comuni avrebbe potuto mettere a repentaglio la sua sicurezza. Ma neppure questa misura è servita a proteggerlo. L’operaio è stato attaccato in un momento in cui la cella era aperta e dopo il pestaggio è stato portato nel pronto soccorso di un ospedale cagliaritano per le cure. Ha riportato qualche ferita superficiale al volto.
Ieri ha fatto scena muta davanti al gip nel corso dell’udienza di convalida. E il giudice ha deciso di confermare la custodia cautelare in carcere.











