Gli all you can eat? Sono inflazionati, nel senso che ce ne sono troppi. E uno dei “re” cinesi del sushi a Cagliari, Ciro Huang, dopo tanti anni ha deciso di cambiare rotta: “Da oriente a occidente”, con tanti saluti a sashimi, riso avvolto nelle alghe e altre tipicità made in Cina e Giappone. Il suo “Sushi Zen”, da oggi, non esiste più. Chiuso, sbarrato, dopo sette anni trascorsi a far mangiare tutti i clienti con la formula del prezzo fisso e piatto sempre pieno: “15,90, ormai non posso più permettermelo. Ho sofferto negli ultimi due anni per il Covid, ora c’è pure la concorrenza dei sushi aperti nei paesini dell’hinterland. La gente non viene più a mangiare a Cagliari”. E poi ci sono i prezzi, saliti alle stelle: “Il gambero rosso da 32 a 70 euro al chilo, lo stesso tanto di salmone lo pago dodici, sette anni solo cinque euro”. Impossibile andare avanti, addio sushi e addio tradizione. “A Cagliari, quando ho aperto, e sono stato tra i primi, c’erano cinque sushi. Oggi ce ne sono dieci volte di più, non rende”.
E Huang, che a Cagliari ha messo radici, si è integrato alla perfezione e si è costruito il suo business, ha già pronta l’alternativa: “Aprirò una braceria. Tutta carne, solo carne. Voglio provare, secondo me sarà molto meglio”. Bistecche e carbonella al posto di sashimi e sushi: “Non farò la formula all you can eat, farò pagare la carne al chilo. Avrò un’esposizione interna di carni crude, come in macelleria. A Cagliari sono ancora poche queste realtà”. E la speranza è che non aumentino e non diventino una moda, sennò Ciro potrebbe ritrovarsi un’altra volta punto e a capo. Ma le sue dita, scontato dirlo, sono incrociate come non mai.










