Esplode in maniera sempre più fragorosa la protesta degli studenti sardi, tra viaggi “tutti attaccati” sui bus che li trasportano da casa a scuole viceversa e alle prese con l’assenza di banchi monoposto. Come, per esempio, all’istituto tecnico statale Levi di Quartu Sant’Elena. Oggi non sono entrati gli alunni di una quinta. Francesca Contu, 18enne di Selargius, insieme ai suoi compagni si è piazzata fuori dai cancelli tenendo in mano cartelli con parole sin troppo chiare: “Chiediamo sicurezza”. E lei conferma e rilancia: “La vogliamo. La scuola non ha colpe, è il Governo che non ha mandato ancora i banchi monoposto e nemmeno le mascherine. Quando ne chiamiamo una ci viene data subito, ma se poi ce ne serve un’altra niente da fare”. Insomma, scorte non certo infinite, a quanto pare. “Vogliamo anche orari di ingresso e uscita più larghi, non distanziati di appena 5 minuti, sennò c’è il rischio di assembramenti. Oggi scioperiamo noi, i giorni precedenti è toccato ai nostri compagni di altre aule”.
E le lamentele “partono” sin dall’alba: “I bus sono pochi, sia quelli del Ctm sia quelli dell’Arst. Viaggiamo stipati come sardine, senza nessuna sicurezza. Devono aumentare subito i pullman a disposizione, tanti di noi arrivano dai paesini dell’hinterland e sono costretti a fare viaggi assurdi”.









