Ennesima denuncia di disservizi nel mondo della sanità sarda: ancora una volta, è dall’ospedale cagliaritano Santissima Trinità che arrivano gli sos da parte dei sindacati. E stavolta, a finire nel mirino, è l’Obi: si tratta di un reparto che ospita, mensilmente, centinaia di pazienti. Osservazione breve intensiva: è la prima “casa” per chi ha questa o quella patologia e deve sottoporsi a dei controlli per verificare se c’è, o meno, la necessità di essere ricoverato in uno dei reparti. Paolo Cugliara, segretario provinciale della Fials, elenca tutta una serie di carenze e disservizi. E chiede, a gran voce, un intervento da parte dei piani alti del presidio ospedaliero.
“I pazienti denunciano l’assenza di armadi a norma per i medicinali, che vengono lasciati sparpagliati dentro le stanze. All’Obi uomini e donne stanno nelle stesse camere, con una chiara situazione di promiscuità. I rifiuti, tra garze sporche e altri oggetti infetti, vengono gettati dentro contenitori molto vicini ai letti. Non ci sono bagni dentro le camere, i ricoverati devono girare per i vari reparti prima di trovarne uno”, afferma Cugliara. “Non c’è neanche una stanza attrezzata per evitare il proliferarsi di batteri e epidemie, sono pure spariti quattro ventilatori automatici utilizzati in terapia intensiva in reparti quali Rianimazione e Pneumologia, pagati 60mila euro l’uno. Gli operatori di ogni ordine e grado mostrano grande sensibilità verso i pazienti, è vergognoso che non ci sia nessun intervento da parte della dirigenza del presidio ospedaliero”.