Le note del regista:
“Difficile definire acque troppo calme. Cercherò di dire ciò che non è. Innanzitutto non è uno spettacolo o una performance o un happening … eccetera … Forse, la parola che più si avvicina ad Acque Troppo Calme è visione. E una visione non si può definire, la si guarda, la si contempla e, avendone voglia, desiderio, spazio, la si lascia entrare o la si allontana, la si rifiuta. Più semplice è raccontare cosa accade e dove accade. Accade in mare e sulla battigia. Sulla battigia: danza rituale, movimenti misteriosi, magici precedono percussioni tribali. In mare: percussioni tribali in avvicinamento danno il via ad una invasione di sette camminanti sulle acque. I sette lentamente si avvicinano alla battigia, non senza aver creato nel loro avvicinarsi delle coreografie in qualche modo rituali. Chi siano questi Sette – umani di epoche remote, anfibi con sembianze antropomorfe o altro – non ci è dato di saperlo, come nei sogni sta all’occhio e alla mente di chi guarda interpretare, lasciarsi prendere o lasciare. La visione è tutta qui, sette che camminano sulle acque, preceduti da una danza rituale e accompagnati da percussioni tribali. Tutto molto semplice … come camminare sull’acqua! Una visione dunque, ma anche un atto di pacifica pirateria. Il luogo scelto – la nostra spiaggia dorata (una volta dorata), luogo dove nessuno sospetta possa accadere niente di più di una leggera scottatura – è ideale per mettere in pratica gli insegnamenti del Maestro Sun Tzu nel suo “Arte della Guerra”, colpire il nemico quando e dove meno se lo aspetta. Sorprenderlo possibilmente disarmato, magari mentre riposa. A questa strategia e a questo sito abbiamo pensato quando abbiamo iniziato ad avere le prime visioni. Niente è più rassicurante della nostra spiaggia e delle splendide acque calme del nostro golfo. Quale sito più adatto per compiere questo atto di pirateria artistica. Il nostro sarà infatti un gesto di pirateria volto a sorprendere i bagnanti, turisti e nativi, nel loro relax, tra materassini e ombrelloni, chiacchiere e musica a tutto volume.
Un gesto artistico solo per dire … ehy … ci siamo anche noi e soprattutto … c’è dell’altro. Niente di più!”
I danzatori: Matteo Corso, Roberto Crobu












