Una raccolta firme per maestra Marisa Francescangeli sospesa da scuola per aver recitato insieme ai bambini “una semplice Ave Maria durante una supplenza alla vigilia dello scorso Natale”: 35 mila attestati di solidarietà e la richiesta ufficiale “al Ministero dell’Istruzione di tutelarla contro un provvedimento disciplinare ingiusto e dal sapore laicista e anticristiano”.
L’idea, lanciata dal movimento”Pro vita & famiglia” in poche ore ha fatto il giro del web e, tra commenti e condivisioni, ha ottenuto il boom di clic: una testimonianza che palesa la contrarietà di molti al provvedimento intrapreso dal dirigente scolastico dopo le lamentele di due mamme che non trovavano corretto il comportamento in classe di maestra Marisa.
“58 anni della provincia di Oristano che per intrattenere gli alunni durante un’ora di supplenza alla vigilia dello scorso Natale ha fatto comporre un bracciale di perle e recitare un’Ave Maria.
Di fronte alle proteste di due genitori e alla convocazione di una riunione speciale da parte del dirigente della scuola la Maestra Marisa si è sinceramente scusata, ritenendo il fatto innocuo poiché tutti i bambini frequentavano l’ora di Religione e si stavano preparando per la Prima Comunione.
Pochi giorni fa – si legge nella petizione – la scioccante notizia: l’Ufficio Scolastico Provinciale l’ha sospesa per 20 giorni dall’insegnamento e le ha decurtato lo stipendio.
Per un’Ave Maria!
Le famiglie della scuola, i colleghi, i sindacati e le associazioni di insegnanti si sono schierati dalla parte della Maestra, ritenendo totalmente esagerato e sproporzionato il provvedimento disciplinare rispetto a quanto accaduto e alle immediate scuse della stessa Maestra (che ha fatto ricorso)”. Stipendio dimezzato per l’insegnante “ribelle” ma soprattutto tanta solidarietà espressa dai cittadini, anche non cattolici, e dai rappresentanti delle istituzioni, parlamentari e ministri in primis. C’è chi va anche dalla parte opposta, sostenendo la legittimità della laicità scolastica, formula bene nota, e il richiamo a doversi attenere alla normativa vigente. Insomma, una questione che ancora tanto fa discutere e che, si prevede, terrà banco ancora per tanto.












