“Mi sono candidato perché voglio evitare che vinca il centrodestra e perché la strana alleanza a guida 5Stelle ci avrebbe portato a perdere e a condannarci ad altri 5 anni di destra. Quella a guida 5Stelle è una forzatura dettata da Roma contro gli interessi in Sardegna, che avrebbe portato a una sconfitta clamorosa”. Lo ha detto Renato Soru, candidato alla presidenza della Sardegna in rotta di collisione con il suo ex partito, il Pd, in contrapposizione con Alessandra Todde.
“Non metto barriere, ma noi siamo alternativi a questo tragico governo di destra e siamo alternativi a un disastro diverso che sarebbe potuto capitare con una proposta senza progetto dovuta solamente a interessi romani e accolta in Sardegna da dirigenti della politica locale soltanto per interessi personali e per una spartizione di potere già decisa”. Soru ritiene di poter arrivare al 40% alle prossime regionali di febbraio-marzo e di vincere la consultazione: “In Sardegna alle ultime politiche i 5stelle hanno preso il 22%, ora prenderanno il 5%. In Sardegna il M5S è totalmente frantumato e spaccato. Tanti elettori del Pd sono in fuga, anche se i dirigenti sono sempre ben saldi al loro posto”, ha aggiunto.
Per quanto riguarda i rapporti con sua figlia Camilla, responsabile marketing di Tiscali, l’azienda fondata da suo padre, che pubblicamente l’ha a tratti persino insultato, dice: “Sentire mia figlia Camilla è un po’ torturante. Ma ci sono anche delle figlie che mi supportano. Mia figlia parla di cultura patriarcale e sull’ostilità verso la cultura patriarcale concordo con lei. Camilla è la testimonianza vivente del contrario e di quanto io sia stato poco patriarcale. Ma non capisco che cosa abbia a che vedere con le elezioni in Sardegna. Todde è la prima candidata donna ma non per questo bisogna accettarla a scatola chiusa. Avrebbe dovuto confrontarsi in un dibattito aperto e accettare il risultato delle primarie, di tutte le elettrici e gli elettori del centrosinistra sardo. Non c’entra nulla con la cultura patriarcale. Se si è a corto di argomenti o si cerca di confondere le persone – conclude Soru – anche questo può stare bene”.













