Il consiglio comunale boccia 503 cittadini e la loro petizione sulla salute pubblica: il sindaco Tarcisio Anedda nell’ultima seduta del consiglio, valutando nella sua importanza le ragioni della petizione a sostegno della mozione del Comitato promotore, l’ha votata insieme ai tre consiglieri dell’opposizione presenti. Questi voti non sono però bastati perché il resto del consiglio ha votato contro. “Sinnai Libera” : “Una occasione persa per arrivare ad altre istituzioni uniti e un oggettivo distacco tra le due forme di democrazia che sono contemplate nella Costituzione e nel nostro Statuto”. Due giorni fa si è svolto il consiglio comunale che si è concluso in tarda serata. Tra i punti oggetto di discussione le due mozioni sulla sanità pubblica, la prima (sottoscritta anche da Aldo Lobina e Saverio Melis di Sinnai Libera) promossa da un Comitato, che aveva organizzato una assemblea pubblica nella Biblioteca comunale, raccolto 503 firme di cittadini per sostenerla integralmente e l’altra, quasi identica nella sostanza, formulata da alcuni consiglieri della maggioranza.
La prima votazione non ha trovato il consenso generale e nella seconda votazione, riferita all’altra mozione, il sindaco e la sua maggioranza hanno votato a favore di quella, mentre Aldo Lobina, Rita Matta e Chiara Cabras si sono astenuti.
“La mozione è un atto consiliare finalizzato a promuovere una discussione e un voto dell’assemblea su un determinato argomento.
Con questo strumento infatti il consiglio comunale nel caso particolare di questa mozione può esprimere la sua indicazione alla Regione Sarda e al Ministero della Sanità sull’atteggiamento da tenere o sulle iniziative da adottare in merito alla Sanità pubblica. La mozione – spiega Aldo Lobina – è uno strumento molto utilizzato nei parlamenti. Se ci riferiamo ai dati delle ultime due legislature infatti possiamo osservare come ne siano state presentate più di 3.500. L’anno più intenso è stato il 2014 quando ne sono state presentate 588 in totale. Noi in 4 anni forse arriviamo a 10 o poco più.
Aggiungiamo che una mozione è un atto che si accompagna in genere ad una discreta rilevanza politica e mediatica.
La nostra non ha certo forza di legge. La loro approvazione da parte del consiglio quindi non produrrà effetti immediati, ma allargherà un dibattito attuale in tutta la nostra isola, dove molte assemblee discutono non del sesso degli angeli, ma della loro vita stessa. Come se non avere più il consultorio a Sinnai, non avere tutti i medici di famiglia che servono, essere rimasti senza specialisti non tocchi la nostra vita. O avere perso tre ospedali in piena efficienza nell’area metropolitana di Cagliari, senza una adeguata compensazione da parte delle strutture tuttora attive. Certo il Comune di Sinnai non può legiferare per il taglio dei finanziamenti pubblici alla sanità privata, ma può battersi insieme ad altri comuni perché nessuno si sogni di continuare a svuotare la sanità pubblica a danno di tutti, coi soldi di tutti, per finanziare attività pure legittime a scopo di lucro di pochi”. Un dibattito che comunque, di certo, non si concluderà così.