Il mondo crolla all’improvviso, sopra la testa di Simona (nome di fantasia), quando si accorge – in ritardo – che sua figlia, Valentina (anche per lei nome di fantasia), soffre di anoressia. Dodici anni fa esatti, è il 2007 quando arrivano le prime avvisaglie di un malessere che porta la persona colpita ad entrare in un tunnel, spesso, infinito e buio: “Non è mai stato chiarissimo come sia potuto capitare, ragionandoci sono portata a credere che Valentina si sia lasciata andare dopo una forte delusione subita a livello lavorativo. Nello studio è sempre andata bene”, puntualizza mamma Simona, “e a tavola ha sempre mangiato di tutto. Prima dell’anoressia aveva fatto una lunga vacanza con i suoi amici ed era tornata ingrassata di quasi dieci chili perché aveva mangiato molti dolci”. Ma il “fantasma” della depressione, appunto, arriva senza bussare nella vita della donna che, oggi, ha quarantotto anni: “Si alzava da tavola e scompariva per ore, aveva iniziato a mangiare solo alcuni cibi, gli stessi, tutti i giorni”.
Alta un metro e sessanta, oggi Valentina è ancora in battaglia contro l’anoressia: “Pesa 43 chili, in confronto a qualche anno fa è migliorata. I medici stanno continuando a seguirla, soprattutto psichiatri e psicologi”, racconta la 75enne. E le lacrime di una mamma che vede il corpo della figlia modificarsi in “peggio” sono amarissime, un mix tra senso di frustrazione e impotenza: “Ho pensato che morisse, ho avuto paura di perderla. I genitori devono dimostrare continuamente il loro amore per i figli, sempre, dalle piccole alle grandi cose sono convinta che un figlio o una figlia debbano essere messi al centro di tutto”.










