Tredicimila euro persi, un ordine che sembrava perfetto ma che, invece, è finito tra le mani di truffatori online che, dopo essere riusciti a sostituire il codice Iban, sono passati all’incasso. Stavolta, però, la truffa è ancora più ignobile perché ha colpito i creatori e gestori della casa famiglia Killia, a Selargius, che ospita bambini orfani disabili. A raccontare il fatto, con un post pubblico, sono Simona Cao e Michele Allodi: “Abbiamo perso 13mila euro per una truffa informatica ai danni del nostro amato progetto della casa famiglia Killia, per chi non ci conosce una casa che stiamo ristrutturando per ospitare dei bambini orfani con disabilità.
In queste settimane ci siamo chiesti come poter far diventare questa sfortuna un qualcosa di positivo e bello. Ed abbiamo aggiunto un obbiettivo alle nostre giornate, divulgare quello che ci è successo in modo che non capiti ad altri”.
Ecco cosa è successo: “Un mese fa ci è arrivata una mail da un fornitore con la fattura di cortesia da pagare, abbiamo provveduto subito al bonifico per far partire l’ordine. Dopo una settimana, il fornitore ci sollecita il pagamento, inviamo copia del bonifico e ci comunica che l’Iban non era il suo. Rifacciamo il pagamento al suo Iban, e contattiamo la banca che inizialmente ci rassicura che i soldi verranno rimessi nel conto. Dopo qualche settimana, iniziamo ad avere dei dubbi, sia noi sia la nostra banca. Risaliamo da internet alla banca di riferimento dell’IBAN sbagliato, la contattiamo e si inizia a parlare di possibile truffa. Procediamo con la denuncia sentendo sia i carabinieri sia la polizia postale. Ma cos’è realmente successo? I truffatori sono entrati nel passaggio di mail tra il fornitore e noi, modificando nel pdf della fattura di cortesia il codice Iban
La mail inviata dal fornitore è giusta, quella ricevuta da noi no. Sia i carabinieri sia la polizia postale ci confermano che è una modalità di truffa già conosciuta, tutto è uguale tranne l’Iban all’interno del pdf. Ora non sappiamo dirvi se mai riavremmo la cifra persa, ci penserà la giustizia a fare il suo decorso, ma quasi sicuramente i soldi sono ormai lontani, ed il reale intestatario del conto non sa nulla della truffa. Noi andremo avanti con tanta fiducia, sperando che attraverso la giustizia o una possibile assicurazione della banca, la casa famiglia Killia possa riavere quei soldi, per la ristrutturazione. Abbiamo imparato che prima di fare un bonifico meglio controllare la fattura nel cassetto fiscale, non fidarsi più di mail, telefoni o altro. Fatelo anche voi, così almeno questa nuova truffa la blocchiamo tutti. Noi andiamo avanti con la tenacia che abbiamo sempre avuto”.











