Diventa un caso nazionale, ancora una volta, la vicenda che in queste ore ha portato al centro dell’attenzione il rito della decapitazione di polli e galline morti e appesi, a testa in giù, per essere colpiti da chi, in sella a un cavallo, vince se riesce a staccare la testa all’animale. “Sono già morti”, la rassicurazione giunge dalle istituzioni ma di certo non placa l’ira di animalisti e cittadini che si indignano innanzi a questa “festa” in nome del divertimento. “Si potrebbero usare pupazzi, polli finti” è la richiesta avanzata, “ma non animali morti”.
Molteplici le spiegazioni che accompagnano l’indignazione innanzi a questa usanza, oltre a una norma che vieta per legge l’uccisione degli animali per scopo ludico anche quella della sensibilizzazione al benessere animale. Una tematica affrontata da tempo, e non solo in merito alla recente vicenda che ha coinvolto il gatto Tigro, bruciato vivo e morto dopo due settimane di agonia. L’autore del reato sarebbe un minorenne, come già accaduto per il gattino lanciato in un burrone a Lanusei. Si chiede, insomma, rispetto per ogni essere vivente e, alla fine, che esempio si da alle nuove generazioni? Questo in sintesi l’interrogativo che emerge e che viene sottolineato da centinaia di messaggi, commenti e interventi che giungono dopo la presa di posizione di Enrico Rizzi, instancabile attivista per i diritti degli animali in Italia e nel mondo.
Dalla sua parte anche sei parlamentari, tra i quali Susanna Cherchi che spiega: “Evento “Su Puddu” di Sedilo, per tradizione i polli morti sono appesi a un cavo in attesa di essere decapitati. Fermiamo questa barbarie.
Io e Alessandro Caramiello abbiamo inviato una pec al Sindaco e a chi di competenza. La trascrivo qui:
“Egregi, non siamo contro le rievocazioni storiche, sicuramente è importante mantenere vive le tradizioni, ma con la presente chiediamo che durante l’evento “Su Puddu” i polli vengano sostituiti con anelli colorati, fantocci di carta, in modo che i cavalieri possano comunque dimostrare la loro abilità e destrezza senza dover tagliare la testa agli animali uccisi in precedenza per la manifestazione.
Immagino possiate convenire con noi come questa usanza sia incomprensibile e che nel 2025 non dovrebbe più esistere; uccidere senza necessità non è un atteggiamento degno di un Paese civile.
La sensibilità verso gli animali è ormai un dato di fatto, noi tuteliamo il benessere animale e va rispettata la Costituzione””.
Anche la Lida sez. Olbia prende posizione: “Il Carnevale dovrebbe essere una festa per tutti, dove ci si diverte senza far del male a nessuno. La gioia e i colori di questa festa non possono essere oscurati dalla sofferenza degli animali. Noi ci siamo attivati per fermare questa pratica crudele, proponendo di usare galline di pezza o plastica invece di animali reali. E se non riuscissimo a far cambiare idea a chi organizza, vogliamo invitare tutti voi a non partecipare a questa vergogna.
Ricordiamoci sempre che il vero divertimento non deve mai comportare la sofferenza di nessun essere vivente. Facciamo in modo che il Carnevale sia un momento di festa e di unità, dove tutti possiamo divertirci senza danneggiare nessuno”.












