Gli insegnanti che non hanno il green pass non potranno accedere a scuola e, se la cosa si ripete per 5 giorni di fila, gli sarà sospeso lo stipendio fino a che non si metteranno in regola, perché la loro sarà considerata una assenza ingiustificata. Chi è deputato al controllo deve farlo per bene, perché altrimenti rischia una multa da 400 a 1.000 euro per i presidi che hanno in carico il controllo dei loro insegnanti. Bambini e ragazzi fino alle superiori non sono obbligati a vaccinarsi o presentare il green pass (tampone negativo entro le 48 ore precedenti, vaccino o guarigione dal covid entro 6 mesi) ma devono indossare sempre la mascherina, sono esentati soltanto i bambini sotto i 6 anni. Se invece in una classe tutti dovessero essere vaccinati, alunni e insegnanti, allora si potrà fare lezione senza mascherina. Sempre obbligatorio il distanziamento e la disinfezione delle mani. I ragazzi potranno fare sport, tenendo rigorosamente la distanza di due metri, mentre agli studenti universitari è richiesto sempre e comunque il green pass.
In pillole, sono le direttive del governo per il rientro a scuola a settembre. L’obiettivo, chiaro e più volte dichiarato, è garantire la ripresa delle lezioni in presenza: alla dad, didattica a distanza, si ricorrerà soltanto in caso di estrema necessità e solo in zona arancione o rossa. Finalmente, dopo quasi due anni in cui la scuola è rimasta fanalino di coda dell’intero sistema persino durante la pandemia, il governo Draghi l’ha messa al centro della strategia di ripresa. Inevitabilmente con qualche sacrificio, come purtroppo è normale che sia in tempi di covid. I sindacati sono già in ebollizione e promettono come al solito battaglia, mentre i ragazzi provano a ritrovare un minimo di normalità in una vita stravolta dalla pandemia che per loro non sarà mai più la stessa.












