Sassari, sperimentato l’affresco alla maniera di Michelangelo

Gli studenti del Liceo Artistico di Sassari hanno dato un saggio dell’antica tecnica medievale e rinascimentale con la collaborazione del maestro calcinaio Costanzo Salis


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La preparazione richiede impegno e dedizione, ma quando il pennello sfiora lo strato di calce fresca appena disteso, la tecnica non permette ripensamenti. Sabato (1 ottobre) in Piazza Azuni gli studenti del Liceo Artistico di Sassari hanno proposto un saggio della realizzazione dell’affresco su calce, una pratica antica utilizzata anche da Michelangelo per realizzare il capolavoro della Cappella Sistina.  

L’esperimento è stato reso possibile grazie al fruttuoso rapporto di collaborazione tra le classi 4b e 5b di Discipline Pittoriche guidate dai docenti Claudio Cupiraggi e Giancarlo Catta con il maestro calcinaio Costanzo Salis, l’ultimo artigiano del genere presente a Sassari e forse nell’intera Isola.  

Quindici giovani artisti hanno avuto modo di prepararsi con cura alcuni giorni prima nel laboratorio di Salis a Caniga. Un laboratorio che, per l’occasione, si è trasformato in una fucina di talenti come le botteghe del Ghirlandaio e del Verrocchio a Firenze. 

La manifestazione, avvenuta in concomitanza con Respir’Arte, ha portato un esercito di cavalletti sotto la statua del celebre giurista sassarese. Quindici giovani artisti hanno ripercorso “in scala ridotta” le stesse operazioni eseguite dai pittori del Rinascimento. «Su un quadretto di calce e cocciopesto sorretto da un telaio in legno, gli studenti hanno realizzato questa tecnica molto antica e rinomata che dà grande solidità alla pittura muraria – hanno spiegato gli insegnanti – perché il colore si impregna nell’intonaco ancora fresco, diventando una cosa sola con esso». 

Originali però rispetto al passato, in Piazza Azuni sono state le raffigurazioni delle opere: soggetti fantasiosi decisamente frutto di uno stile creativo “millennials”. Notevole la soddisfazione dei docenti: «Per i ragazzi è stata una straordinaria occasione per andare oltre l’ambito strettamente didattico-curricolare, per sperimentare tecniche di rara applicazione, ampliare il loro bagaglio culturale e cosa di non poco conto, aprirsi al territorio». 


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